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Giuliano Santoro svela i segreti di Beppe Grillo

La copertina del libro

La copertina del libro

Oggi pomeriggio alle ore 18,30, presso lo Spazio Arci Biancovolta, in via delle Piagge 23, il giorno prima del passaggio dello Tsunami Tour a Viterbo, Giuliano Santoro presenta il libro “Un Grillo qualunque”, ovverosia il Movimento 5 Stelle e il populismo digitale nella crisi dei partiti italiani.  Santoro, che sarà presente all’iniziativa, è un giornalista che si occupa di politica, cultura e società. Dopo aver lavorato per dieci anni al settimanale «Carta», collabora con quotidiani e riviste e cura un blog sul sito di «Micromega».

Il volume parla di uno strano animale anfibio si muove nell’Italia della crisi e della transizione infinita: il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, creatura che affonda il suo corpo – in maniera contraddittoria eppure terribilmente efficace – nel linguaggio della televisione, dal quale proviene il suo leader, e nella sfera della rete telematica, nella quale si aggirano, lavorano e si riproducono i nuovi elettori. Per comprendere l’ideologia del comico genovese bisogna dunque – secondo Santoro – partire dai due uomini che lo hanno segnato: il patron di Striscia la notizia Antonio Ricci, autore televisivo che ha portato un tg satirico ad avere più ascolti dei tg ufficiali, e il guru telematico Gianroberto Casaleggio, manager che ha convertito Grillo al culto del web. Il Movimento per Santoro si sviluppa dentro i cambiamenti radicali che viviamo all’epoca della crisi globale, l’impoverimento democratico e lo svuotamento della funzione dei partiti tradizionali. Una storia che si spinge fino alla contraddizione suprema: Grillo parla di «democrazia diretta» ma gestisce le sorti dell’organizzazione in maniera del tutto opaca e verticistica. E ancora: ci si pone l’obiettivo di andare oltre la rappresentanza politica e le carriere dei «politici di professione», ma al suo interno non si parla altro che di elezioni, liste da compilare, seggi sicuri da assegnare.

Questo è il primo libro che indaga il successo dell’antipartito fondato dal comico ligure, svelandone i meccanismi di comunicazione e i codici linguistici che l’hanno portato alla ribalta. Un testo che spiega come, al tempo stesso, il grillismo possa essere classificato sotto la forma – ambivalente e complessa, protestataria eppure rassicurante – di «populismo digitale», rappresentando non una soluzione ma l’ennesima mutazione genetica dei mali che da anni affliggono il sistema democratico.

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