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Leonardo, uno sguardo oltre le mura

Leonardo Michelini (3)

Leonardo Michelini e il logo del suo movimento

Oltre le mura. Ma anche oltre la città. E, soprattutto, oltre la cultura che fino a oggi ha imperato e impera ancora nel capoluogo della Tuscia. Leonardo Michelini si è presentato e, per quello che ha detto, impressione migliore non avrebbe potuto farla. Nel senso che ha volato alto, ha argomentato con sano pragmatismo le problematiche della città e ha proposto le sue soluzioni, mettendo al primo posto le sue parole d’ordine: sviluppo e lavoro, soprattutto per i giovani.

E’ vero, siamo alle chiacchiere, e in campagna elettorale siamo abituati a sentire di tutto, di più. Ma stavolta la sensazione è stata diversa. Quella di trovarsi di fronte a un uomo che sa perfettamente dove vuole andare a parare e che non vuole limitarsi a gestire l’esistente. E che lo vuole fare avendo le mani libere, anche se poi la pressione dei partiti non potrà non farsi sentire.

La città immaginata da Michelini? Una comunità che non guardi solo dentro se stessa, ma che si apra al territorio. Alla Tuscia, in primis. Ma anche alle altre realtà circostanti, a cominciare da Civitavecchia, dove c’è uno dei più grandi porti d’Europa. E il sindaco di Viterbo dovrà essere il catalizzatore di tutte queste realtà per puntare a settori specifici, quali ad esempio l’agroindustria, “per la quale – ha detto – è possibile realizzare stabilimenti a zero impatto ambientale, ma che possono garantire grande produttività”. E ancora: un centro storico, oggi semideserto, da far rivivere attraverso il reinserimento di servizi e attività specifiche. Il tutto finalizzato a creare occupazione. “Perché oggi – ha sottolineato – il lavoro è il problema principale in tutte le famiglie, di tutti i ceti sociali, non solo di quelli bassi”.

Idee chiare in testa insomma, che oggi stridono con quell’immagine di Mastro Tentenna che gli era stata affibbiata nei mesi scorsi, quando non si decideva a sciogliere la riserva. Idee chiare anche sui rapporti con la politica. Michelini non ha negato il suo passato con la Dc (“Ma io stavo con Franco Bruni – ha detto – e quindi nel partito ero all’opposizione”), come non ha negato i rapporti con Fioroni (di cui fu consigliere comunale dal ’90 al ’95), con Gigli e con Sposetti (“che ho avuto modo di incontrare in diversi convegni della Coldiretti, l’ultimo a Cernobbio”). Però, ha rivendicato la sua autonomia (presente e futura) proprio con la fondazione del movimento “Oltre le mura”, nel quale “non ci saranno politici, ma solo cittadini desiderosi di cambiare questa città”.  Poi, sui possibili voti che potrebbero arrivargli da Nando Gigli e Sandro Zucchi non ha fatto lo schizzinoso: “Se ci sarà una lista di appoggio, ben venga”.

E le primarie? Si è capito che l’uomo non le ama molto, ma si sottoporrà al test. “Anche se – ha detto – non dovranno essere primarie del Pd o di Sel, ma di una coalizione che dovremo andare a concretizzare. E, con essa, le regole per questa consultazione”.

Comunque sia Leonardo Michelini ha confermato di essere per Viterbo l’usato sicuro. Capacità, esperienza, ma anche novità (come vogliono in molti). Soprattutto nelle idee.

 

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