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Villa Buon Respiro, annunciati 45 esuberi

Villa Buon Respiro

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Ennesima tegola sulla sanità viterbese. La proprietà di Villa Buon Respiro ha ufficializzato per il 15 marzo il licenziamento di oltre 45 unità sulle 180 attualmente in organico. Non solo: nella lettera scritta tre giorni fa dal presidente del gruppo Tosinvest, Carlo Trivelli, invita l’azienda sanitaria a farsi carico con urgenza di 120 pazienti. Il motivo è messo nero su bianco: “La Asl – come recita la nota della proprietà – ha comunicato che dal punto di vista formale il centro di riabilitazione risulta accreditato per 95 posti letto residenziali e 15 semiresidenziali”.

Che significa? Che l’autorizzazione a erogare servizi in convenzione per l’azienda sanitaria e la Regione risulta esclusivamente in riferimento a metà dei posti presenti. Per i restanti – e cioè 20 semiresidenziali e 100 trattamenti ambulatoriali – non si trova la documentazione. Eppure sono anni che la clinica in strada Filante assiste i malati psichici. Precisamente, Trivelli cita un’autorizzazione ottenuta nel 2002. Finora la Regione ha pagato a sua insaputa?

Fatto sta che dal 20 dicembre, quando la Asl ha scritto per chiedere spiegazioni alla famiglia Angelucci, è cominciato un fitto scambio di corrispondenza. Che però non ha sortito effetti. Pertanto, la famiglia Angelucci fa sapere che tra un mese sospenderà l’erogazione delle prestazioni – visto che non le verranno più saldate – e invita la Asl a “farsi carico urgentemente di tutti i pazienti attualmente assistiti” con le modalità non riconosciute. Un mese di tempo per trovare una soluzione altrimenti i 120 pazienti finiranno in mezzo alla strada. Anche perché nel Viterbese strutture alternative per accogliere pazienti affetti da gravi problemi psichici non ce ne sono e il reparto di Belcolle è sottodimensionato rispetto alla domanda.

“Piove sul bagnato – commenta Mario Malerba della Cisl – e alle vicissitudini di Villa Buon Respiro sembra non esserci fine”. Il 20 febbraio alle 10 riunione che si preannuncia infuocata tra la proprietà, la Asl, i sindacati e le associazioni dei pazienti.

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