28032024Headline:

Il renziano che non vuole i democristiani

Francesco Serra

Francesco Serra

Dice Francesco Serra, consigliere comunale uscente, che vuole mettere a disposizione la sua esperienza di due mandati in consiglio candidandosi  a sindaco per il centrosinistra. “Perché il ruolo del sindaco è straordinario e abbraccia un ampio spettro di responsabilità: dal rapporto col cittadino comune, col vicino di casa, fino allo sviluppo della città in ambito nazionale”. Serra però ci vuole arrivare passando per le primarie: “Un processo partecipativo fondamentale, che consente ai cittadini di conoscere le idee di ogni singolo candidato. Già, perché ogni esponente ha i suoi progetti e contribuisce a metterli a disposizione del programma unico di un partito. In questo io sono aiutato da un gruppo di amici, non ho una struttura organizzata né dirigenti alle spalle: la mia candidatura nasce così, al contrario di altre, comunque rispettabili, che invece possono vantare un sostegno diverso, penso per esempio a Raffaella Valeri, che ha Sinistra e libertà a sostenerla”.

Rileva Francesco Serra che “altre candidature sono ben accette a patto che passino attraverso le primarie”. E ogni riferimento a fatti, persone o a Leonardo Michelini non è puramente casuale.

Sostiene Francesco Serra che si sente in grado di parlare oltre il solito elettorato di centrosinistra: “E’ arrivato il momento di guidare questa città e di farsi ascoltare anche dai cittadini che hanno sempre votato centrodestra: io penso di essere in grado di farlo. D’altronde non sono un pericoloso comunista”.  (D’accordo, non sarà un pericolo comunista, ma Serra ha già fiutato l’arrivo di tanti ex democristiani nel Pd: da Gigli a Sandro Zucchi. Tanto che ci tiene a puntualizzare: “Nella mia giunta non ci saranno ex assessori provenienti dal Pdl”).

Spiega Francesco Serra che “è ora di uscire dal marginalismo regionale in cui è relegata Viterbo. La superstrada va completata per agevolare i collegamenti col resto d’Italia (anche se si è dimenticato in macchina certe fotocopie che avrebbero dovuto suffragare la sua tesi, ndr). Va incentivato il wi-fi ovunque, anche nelle frazioni. Va aumentata la raccolta differenziata. Vanno promossi i percorsi turistici, migliorato l’arredo urbano, implementata l’agricoltura e la trasparenza negli atti pubblici. Tutto all’insegna della qualità ma senza mai perdere di vista il pragmatismo”.

Conclude Francesco Serra che sono i soliti “giornalisti ad avermi definito il Renzi di Viterbo ma che io declino soltanto alcuni temi renziani, e certi li ho anche anticipati. Ma non voglio assumermi qualità che non ho: non sono il Renzi di Viterbo”. E questo, con tutto il rispetto, lo avevamo capito anche noi. Benissimo.

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