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Tuscia in jazz, la cultura rilancia l’economia

Italo Leali

Italo Leali

“La cultura non si mangia”, disse Giulio Tremonti quando era ministro dell’Economia. Eppure, la cultura l’economia la fa girare eccome. Prendiamo nel suo piccolo quanto accade nella provincia di Viterbo. Prendiamo il Tuscia in Jazz Spring Festival 2013, una manifestazione che porterà a Ronciglione dal 28 marzo al 1 aprile star internazionali e nuovi talenti del jazz italiano. Un appuntamento che richiamerà sulle sponde del lago di Vico migliaia di persone che altrimenti, molto probabilmente, mai vi si sarebbero recate. E quindi no, non è vero che la cultura non si mangia. Anzi, in un momento di crisi nera come la pece qualunque attività in grado di rimettere in circolo la gente, e quindi i soldi, andrebbe valorizzata. Perché la cultura fa turismo.

Tra artisti, insegnanti dei corsi e allievi oltre 200 musicisti provenienti da tutto il mondo saranno presenti nella città lacustre per il consueto festival di Pasqua. Un giro di persone che calamitano altre persone, che poi a Ronciglione si fermano a dormire, vanno a mangiare, magari comprano qualche prodotto tipico. Insomma, fanno economia. “Per me – afferma il direttore Italo Leali – è sempre una gioia ritornare con il festival a Ronciglione, città dove dodici anni fa è nato e dove io stesso vivo. Dopo il sold out a tutti gli eventi del 2012, per questa edizione abbiamo voluto presentare un cartellone ancora più prestigioso e puntare con più forza su questo evento che raccoglie partecipanti da tutta Europa. Da un primo conteggio pensiamo di realizzare oltre 800 pernotti durante il periodo del festival in città”.

Oltre 800 pernottamenti in una cittadina di neanche 9mila abitanti. Ecco come la cultura si mangia. In un recente convegno organizzato dall’associazione degli operatori turistici e dal comune di Ronciglione, inoltre, il periodo del festival è risultato in base alle statistiche provinciali il momento di maggior affluenza turistica nella cittadina. “Un ringraziamento – continua Leali – va agli albergatori e agli operatori commerciali che hanno investito sul festival, arricchendolo con eventi collaterali e appuntamenti musicali. Un personale grazie vorrei rivolgerlo al sindaco Alessandro Giovagnoli,  al presidente della Provincia Marcello Meroi e all’assessore Giuseppe Fraticelli”.

L’evento è realizzato con il patrocinio e il contributo della Regione Lazio, della Provincia di Viterbo, del Comune di Ronciglione, della Fondazione Carivit, della Camera di commercio di Viterbo e di sponsor privati come Grappa Zanin e Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo. Tutti insieme per appoggiare la cultura che rimette in moto l’economia. “Questo evento – commenta Meroi – riveste una duplice importanza perché unisce all’intrattenimento e alla musica di qualità anche la didattica, attraverso l’organizzazione di appositi corsi di formazione tenuti da jazzisti di fama internazionale. Ritengo che considerare la Tuscia un’autentica “Capitale del jazz”, non sia più solo un facile e scontato slogan pubblicitario ma un dato assodato”.

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20   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Anche il condottiero caffeinomane Fillippo Rossi da Trieste è sempre stato dell’idea che con la cultura si mangia. Bene e tanto. Basta avere i padrini giusti alle spalle.

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