28032024Headline:

Arsenico, nessuna contaminazione nei cibi

acqua  arsenico“I prodotti alimentari della Tuscia sono sicuri. Non ci risultano dati anomali”. Riccardo Valentini, consigliere regionale ma soprattutto scienziato, smorza gli allarmismi sorti negli ultimi giorni sulla contaminazione da arsenico della catena alimentare del Viterbese. A condurre lo studio durato mesi è stata la professoressa Silvia Rita Stazzi. “Sta lavorando – racconta Valentini – con le sue poche risorse a disposizione senza che nessuno lo abbia chiesto in senso formale ma solo perché eravamo preoccupati per la catena alimentare. Ebbene, ripeto:  i dati che abbiamo oggi dimostrano che l’allarmismo alimentare è fuori luogo. Carne e latte non presentano  problemi. Tracce di arsenico le abbiamo riscontrate nel pesce ma anche in questo caso non c’è motivo di allarmarsi: viene eliminato con le urine e non ha impatto sulla salute”.

Questo non significa che il problema non esiste: “C’è eccome, e va affrontato. Lunedì sera alle 19 insieme al consigliere Enrico Panunzi incontreremo il presidente Nicola Zingaretti per una riunione d’urgenza. Già lo avevo allarmato su questo tema e inizieremo subito a lavorare”.

Il messaggio che Valentini lancia è soprattutto ai cittadini: “I nostri cibi sono sicuri. E’ esagerato allarmismo sulla questione alimentare. Non c’è contaminazione di prodotti”. Quindi, cari viterbesi, continuate pure a consumare carne, latte, uova e pesce. “Lo dimostrano i dati ricavati dall’Università della Tuscia. Certo – dice – andranno approfonditi ma ridimensionano molto quanto apparso sulla stampa in queste ore. E comunque quei dati li abbiamo forniti anche all’Istituto superiore di sanità”. Lo stesso che diffondendo i risultati di una ricerca ha generato il caos, parlando addirittura di pane contaminato. “Semmai – spiega Valentini – è l’acqua usata per l’impasto ad avere problemi, non certo la farina. Evitiamo di creare danni irreversibili e privi di logica ad artigiani, agricoltori, all’immagine della terra, visto che parlare di contaminazione è infondato”. Un problema serio ma non serve fare speculazione, insomma.

Valentini

Riccardo Valentini

Ripresi i panni del consigliere, annuncia quale sarà il suo impegno: “A Zingaretti – afferma – diremo che la situazione va affrontata subito perché l’emergenza c’è e non è da paese civile”. Da dove partire? Dal monitoraggio, utilizzando magari l’Icp ottico, uno strumento all’avanguardia nella misurazione di arsenico e fluoruro. Strumento che l’Università ha messo a disposizione dei sindaci che ne faranno richiesta in modo da avere dati certi sulle concentrazioni, “visto che – aggiunge – quelli dell’Arpa arrivano con mesi di ritardo”.

Monitorare e informare i cittadini. “Al momento – prosegue Valentini – i viterbesi sono abbandonati a loro stessi. E questo non lo possiamo più consentire”. Infine i dearsenificatori, ritenuti dal consigliere una soluzione tampone dettata dall’emergenza e dalla scarsa lungimiranza. “Il problema poteva essere affrontato in modo diverso, allacciandoci – sostiene – ad altre reti idriche, ovvero mescolando l’acqua buona con quella all’arsenico. Questo è possibile, costa poco e risolve il problema una volte per tutte. Abbiamo bacini come il lago di Bolsena che sarebbero subito utilizzabili. Comunque verificheremo coi tecnici a che punto sono le gare d’appalto per i dearsenificatori. Dobbiamo metterci in regola: questa ora è la priorità”.

 

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25   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    La testa lucida del neopoliticante professor Valentini rivaleggia con quella ancor più lucida del professor Vannini.

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