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Civita di Bagnoregio frana: pagano i visitatori

Il sindaco Francesco Bigiotti

Il sindaco Francesco Bigiotti

Pagare moneta, vedere Civita di Bagnoregio. Fra pochi giorni, per andare a visitare la città che muore, occorrerà infatti sborsare tre euro. Altrimenti, nisba. Il triste annuncio lo dà il sindaco Francesco Bigiotti, il quale ovviamente motiva la decisione con i continui tagli da parte del Governo centrale, in un settore che invece ha estremo bisogno di risorse per non morire davvero. “Anche questo anno – dice – il trasferimento di fondi dallo Stato per il Comune subirà una ulteriore rilevante riduzione; appare evidente, come mai prima d’ora, che Bagnoregio deve trovare autonomamente nuovi fondi che consentano di agire tempestivamente ed autonomamente. Occorre quindi intervenire e affrontare la situazione con risolutezza ed efficacia: tra pochi giorni sarà istituito l’ingresso a pagamento a Civita, e i proventi potranno così essere usati per gli interventi più urgenti. Auspico che i cittadini ci sostengano in questa scelta e che i turisti comprendano che pagando un piccolo biglietto di ingresso a Civita daranno il loro importante contributo alla sua salvaguardia. Il biglietto sarà di 3 euro, ma con numerose categorie di riduzione per gruppi e fasce di età e di gratuità; nel biglietto di ingresso a Civita sarà compresa anche la visita al “Museo geologico e delle frane”, così che i visitatori potranno informarsi su quanto accade in questa area e su cosa si è fatto e cosa si sta facendo per affrontare la situazione. Con l’aiuto della Pro Loco organizzeremo nel modo migliore l’accoglienza dei turisti, sfruttando i punti informativi che sono stati realizzati a piazzale Battaglini e a Mercatello”.

Tre euro non sono un’enormità, ma il ticket per andare a vedere Civita è un altro segno dei tempi. Tempi ai quali ci si dovrà abituare sempre più perché ormai Pantalone – quello che pagava per tutti – è morto è sepolto (ma non per tutti, purtroppo). Comunque sia a Civita di Bagnoregio un po’ di risorse servono come il pane, dal momento che lo staff di gestione del “Museo geologico e delle frane” ha manifestato anche di recente la forte preoccupazione per i numerosi fenomeni di instabilità dei versanti che interessano il borgo e le zone circostanti. “Tali fenomeni – dicono i geologi – risultano essere in costante evoluzione e costituiscono in molti casi un rischio per Civita”. Oltre alle frane già attive da anni, che ad ogni inverno si ampliano interessando settori sempre più estesi sui versanti, i geologi hanno rilevato anche alcuni nuovi fenomeni che si sono attivati negli ultimi mesi. Tali eventi evidenziano con ricorrente drammaticità l’elevata rapidità, varietà e diffusione areale dei fenomeni erosivi, conseguenza naturale dell’interazione tra le caratteristiche geologiche e geomorfologiche e il regime delle precipitazioni, che rende la zona tanto splendida quanto aspra per l’uomo.
Il direttore del museo, Tommaso Ponziani, ha ribadito “la fondamentale importanza di una costante opera di prevenzione, possibile solo attuando al più presto un monitoraggio diffuso su tutto il territorio. Intervenire troppo tardi vuol dire spendere tanto e rischiare danni irreparabili. Occorre lungimiranza e particolare accortezza nella gestione di un territorio così fragile che è al tempo stesso un patrimonio naturale, storico e culturale e una straordinaria risorsa turistica”. Stessa musica da parte di Giovanni Maria Di Buduo, uno dei geologi del museo, che insiste sulla “necessità di un netto cambio di mentalità: si deve passare dall’intervento di emergenza alla cultura della prevenzione, che consiste nell’informare la cittadinanza, controllare il territorio, raccogliere dati, fare manutenzione e realizzare opere di stabilizzazione prima che si verifichino eventi molto estesi e veloci, che però purtroppo stanno già accadendo. Il nostro obiettivo è far diventare il museo un vero e proprio presidio territoriale, che possa svolgere tutte le attività che ho appena elencato”.

E allora, di fronte a questi argomenti, forse val la pena di dire “Ben vengano i tre euro per evitare che Civita di Bagnoregio frani”. Giacché di frane, nel Bel paese, ce ne sono state già tante.

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11   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Corre voce che a Viterbo si pagherà il ticket per vedere la città della cultura che è nei sogni (e, grazie all’intelligenza degli elettori, lì rimarrà) di Philip Red from Trieste.

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