16042024Headline:

“E adesso stabilizziamo gli infermieri”

Antonella Ambrosini (Cgil)

Antonella Ambrosini (Cgil)

“Quando 17 precari vengono stabilizzati è sicuramente una buona notizia”, dice la responsabile sanità della Cigil, Antonella Ambrosini. Peccato che la stabilizzazione di questi 17 dirigenti precari abbia scatenato non poche polemiche alla Asl di Viterbo. Perché la regolarizzazione è arrivata dopo che un giudice aveva bocciato in primo grado la richiesta degli stessi precari (che avevano partecipato ad un concorso da esterni), e la stessa Asl, valutati i rischi di un eventuale ribaltamento della sentenza nel secondo grado di giudizio aveva deciso comunque di imbarcarli tutti. Col risultato che i 17 sono entrati, altre centinaia di precari restano fuori, e di nuovi concorsi all’orizzonte non se ne vedano. Invidie, gelosie, e guerre tra poveri o ex poveri, come vogliamo metterla: “Mentre invece – argomenta Ambrosini – tra i precari ci dovrebbe essere solo solidarietà”. Specie in momenti di crisi come questa.

Invece secondo la rappresentante della Cgil questo potrebbe essere un precedente positivo, potrebbe essere una breccia per riconoscere l’agognata regolarizzazione a tanti altri: “Un protocollo d’intesa con la Regione, risalente al 2009, prevede una quota di 40 per cento dei posti disponibili ad ogni concorso riservata alla stabilizzazione dei precari – spiega la Ambrosini – Già dal 2011 si era parlato di un concorso per inglobare 78 infermieri, ma dalla Pisana non abbiamo saputo più nulla. Abbiamo affrontato spesso questo argomento anche col candidato Zingaretti quando è venuto nella Tuscia: speriamo che ora la situazione si possa sbloccare, perché c’è tutta una parte precaria del comparto che chiede la normalizzazione”.

Già, ma in attesa di eventuali effetti positivi a catena dopo la regolarizzazione dei 17, bisogna comunque ricomporre la situazione. Tranne la Cgil, tutte le altre sigle sindacali sono insorte davanti a questa mossa della Asl. C’è chi ha parlato di amicizie o “simpatie” decisive nell’apertura delle porte, di certe porte. C’è chi, più prosaicamente, crede di riconoscere dei precari di serie A e altri di serie B. L’Ambrosini non concede troppo: “Sottolineo che non ci tengo a passare come avvocato difensore della Asl, assolutamente no. Anzi, mi auguro che l’Azienda abbia valutato bene tutti gli aspetti tecnici e giuridici di queste regolarizzazioni, per non incappare in successivi spiacevoli ribaltamenti di giudizio. I sindacati? Sì, forse potevano e dovevano essere coinvolti maggiormente in questa decisione, anche per presentare una posizione unitaria e contribuire a rendere meno pesante l’atmosfera. Ma le stabilizzazioni, ripeto, restano un fatto positivo”. Anche se magari rappresentano soltanto una goccia nel mare magnum dei precari…

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