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La missione di Antonio: una città decorosa

Antonio Obino

Antonio Obino

Per cinque anni è stato il guardiano della Viterbo pulita. Ha girato con la sua moto per vie e piazze del centro e della periferia alla ricerca delle brutture da segnalare all’amministrazione comunale e all’opinione pubblica: cassonetti stracolmi, rifiuti in mezzo alla strada, scritte sui muri e via discorrendo, in una rincorsa senza fine per ottenere una città più decorosa. Non mancando mai di rampognare alla bisogna i responsabili del Palazzo, ma anche i cittadini incivili. Perché Viterbo per Antonio Obino è come il salotto di casa sua: deve essere presentabile. Sempre.

Il mandato di consigliere delegato al decoro urbano lo ha temprato (anche se non sono mancate, di tanto in tanto, le critiche di qualche collega che lo accusava di troppo impegno per ottenere visibilità) e adesso che è in programma il rinnovo del consiglio comunale, lui ha deciso di provare a fare il bis, con  lo stesso obiettivo: fare il guardiano di una città che diventi più pulita e più bella.

Perché ha deciso di ricandidarsi con una sua lista?

“Perché intendo ripetere un’esperienza che reputo positiva. I cinque anni appena trascorsi infatti, mi hanno in un certo senso vaccinato. Insomma, dopo aver fatto la cosiddetta gavetta, penso di poter operare con maggior cognizione di causa per risolvere i problemi dei cittadini”.

Da chi sarà composta?

“Da quei nuclei di cittadini del territorio che non sono ossessionati da logiche politiche, ma spronate dalla volontà di fare e da quella di collaborare per migliorare le cose”.

Come giudica la sua appena trascorsa esperienza in consiglio comunale?

“Ho avuto modo di conoscere nuove persone e di riallacciare vecchie amicizie di vita. Ho anche capito che quando saliamo al ruolo di amministratori non tutti impazziamo. Molte idee, anche se provenienti da rappresentanti di schieramenti diversi, convergono sul bene della città. Il problema piuttosto, è nel sistema operativo dell’amministrazione comunale, che spesso è tutt’altro che efficiente”.

Perché ha deciso di appoggiare di nuovo Giulio Marini sindaco?

“Per tanti motivi. Primo: per la sua onestà intellettuale da me testata in trent’anni di amicizia. Secondo: per la sua caparbietà nel risanare il disavanzo pubblico ereditato a inizio mandato dalle società partecipate. Terzo: perché lui ora ha il diritto di vedere realizzate  le opere in procinto di essere avviate coi 20 milioni di euro ottenuti dalla Regione dopo la presentazione del progetto Plus”.

Come giudica il quinquennio del sindaco?

“Credo che sia riuscito a salvare palazzo dei Priori dalla bancarotta, cercando di far pesare il meno possibile questo fardello sui viterbesi. Il resto lo ritengo normale amministrazione, con un occhio puntato però sui servizi sociali”.

In questa campagna elettorale sembra ci sia una fuga dai partiti e una rincorsa al nuovismo. Che ne pensa?

“Attenzione a rincorrere sempre il nuovo, perché poi diventa vecchio. Io penso piuttosto a migliorare quello che si è raggiunto, con uno sguardo alle novità. Nella mia vita ho sempre cercato cose meno belle di quelle che potevo permettermi. Non nascondo che agendo così, ho sempre il piacere di desiderare qualcosa di nuovo. Quanto alla fuga dai partiti, qual è la differenza tra questi e le tante liste civiche? Io credo che l’importante sia che la bandiera sia pulita nel Dna e sia macchiata solo dal sudore degli impegni per raggiungere gli obiettivi che ogni movimento o partito desidera realizzare per il bene comune”.

Ritiene che possa esserci un effetto “grillismo”?

“Ho visto tutti gli spettacoli di Beppe Grillo a Viterbo e mi ha sempre fatto piangere dalle risate per la sua comicità. Alle ultime politiche sono stato anche tentato di dargli il voto. Un voto di protesta contro tutte le forze politiche, compresa la mia. Non  ricordo cosa ho fatto… sono passati ormai più di 30 giorni. Comunque, se ora si riandasse al voto sono certo che non lo voterei. Un voto di protesta viene dato per migliorare le cose, non per giocare”.

Lei è stato nel quinquennio uno dei consiglieri comunali più attivi, soprattutto nel settore del decoro urbano. Intende continuare su questa strada?

“Sì, perché mi pace questo settore della vita pubblica. Se sarò riconfermato cercherò di essere ancora più rompiscatole per ottenere maggiori risorse dall’amministrazione e maggior attenzione da parte dei cittadini”.

Parliamo di conflitti di interessi. Lei gestisce una società che ha bisogno di ottenere autorizzazioni dal Comune. Cosa comporta questo e cosa potrebbe comportare in futuro?

“Ingegneri, geometri, architetti, commercianti, ambulanti, estetisti, dottori, imprenditori, baristi, discotecari: tutti hanno a che fare con le autorizzazioni comunali. E la mia impresa di pubblicità Panta Cz, da circa quattro anni passata ai miei due figli e al caro amico Ronaldo, ha bisogno di permessi come tutte le altre aziende presenti sul territorio. E allora, il conflitto d’interessi, o c’è per tutti o per nessuno. Ho forse il difetto della Panta Cz è quello di essere un’azienda del centro Italia, con dieci dipendenti qualificati, che produce commesse anche per altre imprese viterbesi e ha avuto la fortuna di nascere 35 anni prima delle altre?”.

Come giudica la questione “Fondazione Caffeina” con Rossi candidato a sindaco?

“Da persona intelligente ha scelto di dimettersi”.

Tra i possibili concorrenti alla carica da sindaco, qual è quello che teme di più?

“Vedo che hanno tutti una gran voglia di fare, ma non basta. Ci vuole anche stomaco. E sapere che nessuno ti ringrazierà mai per quello che hai fatto. Riguardo al candidato che temo di più, mi dispiace per lui, ma è uno che non è in corsa come candidato a sindaco: il mio amico Alvaro Ricci”.

Sarebbe disponibile , se glielo chiedessero, a fare l’assessore?

“No, grazie. Io appartengo alle truppe cammellate, quelle che controllano la città dal loro motorino con la loro macchina fotografica al collo. Gli uffici non fanno per me”.

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18   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Il problema del Sor Obino è quello che (sommessamente) abbiamo già posto: Riuscirà il nostro eroe a trovare trentuno fessi che con i loro voti gli permettano di mettere di nuovo le terga su un caldo scranno di Palazzo dei Priori?

  2. Francesco ha detto:

    Ma Obino si candida, o no? Misteri di un’intervista lunga e perigliosa

    Ebbene si, la domanda nasce spontanea. Dopo avere letto per due volte, la terza proprio non si poteva, l’intervista a Obino, non si è capito se si candida e con chi si candida. Si è capito solo il perché: continuare a girare in motorino, per fare il guarda-città.

    Lo stupore è montato lentamente, come la perplessità In tante, tante… tante domande, il paesaggio rimane avvolto nella nebbia.

    Intanto “ha deciso di ricandidarsi con una sua lista”… quindi si candida da solo… con altri, ma in una lista sua.

    Però appoggia Marini. Mumble, mumble… ?!

    Però, non vuole fare l’assessore perché vuole girare in motorino, ma non aveva fatto una lista sua?!

    Ma che vuole fare?!

    Poi, dare il voto a uno che non si ricorda cosa ha fatto 30 giorni fa… bhè, “mi consenta” di nutrire qualche dubbio. Mica per altro, comunque non se lo ricorda, però non voterebbe più Grillo… credo.

    E ancora, l’unico candidato che non teme è uno che non si candida… evviva le idee chiare… soprattutto da trasmettere agli elettori. Magari poteva dire “sono tutti temibili, si tratta di persone competenti e che stimo. Sarà una competizione elettorale di livello, grazie ai candidati con cui mi misurerò” … dare agli elettori un’immagine così presuntuosa, non va.
    Come non va dare agli elettori degli ingrati! “nessuno ti ringrazierà mai per quello che hai fatto”… ma che cosa brutta.

    E ciliegina sulla torta, vero colpo da maestro, citare Rossi in un intervista a un altro candidato… che spettacolo!

    Insomma, con questa intervista, lunga lunga, sicuramente il candidato otterrà dei risultati

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