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Ultimo giorno di scuola con sorpresa

Giancarlo Gabbianelli e Giulio Marini

Giancarlo Gabbianelli e Giulio Marini

Non saranno certo due gocce di pioggia a fermare il Grande Processo Democratico. E però ci si mette pure il maltempo a rovinare questo ultimo giorno di scuola in cui molti alunni avrebbero voluto volentieri fare sega (bigiare, si dice bigiare). Per alcuni poi, il consiglio comunale per approvare il bilancio 2012 non avrebbe dovuto neanche tenersi. Peccato che poi la Prefettura abbia insistito, cioè mandato quella letteraccia di diffida, e che il presidente Gabbianelli si sia trovato perfettamente d’accordo. Ma la pioggia e il freddo boia quelli proprio no: si è mai visto un ultimo giorno di scuola con la pioggia? Addio gavettoni, niente scherzi alle compagne carine, niente aperitivo giù fuori dal bar. Si resta in aula ad aspettare il suono della campanella, sperando che la maestra non rompa troppo le scatole.

Come ogni giorno di scuola che si rispetti, si parte con la preghierina: Gabbianelli legge con un velo di soddisfazione la risposta del Vaticano (cioè, dico, del Vaticano) al messaggio di augurio al nuovo papa, precedentemente inviato dal solerte consiglio (pare che ci fosse scritto: daje, France’). Poi il minuti di silenzio, da bravi bambini, per ricordare il giudice Falcone e le vittime della strage di Capaci, esattamente 21 anni fa. E quindi si comincia, perché i numeri stavolta ci sono, al contrario della prima convocazione di mercoledì, andata a vuoto forse perché i nostri dovevano studiare o forse perché dovevano fare campagna elettorale. Già, perché gli esami non finiscono mai, e domenica già si vota: l’appuntamento è vicino, si vede e si sente tra i nostri.

L’opposizione ha una certa smania di parlare e si sa, quando si cercano fiumi di parole ci si può sempre rivolgere con fiducia all’opposizione. Ma prima, l’assessore Russo dà i numeri, nel senso che snocciola le cifre del rendiconto del 2012. Poi se ne va, per certi impegni inderogabili, e la maggior parte della discussione sul bilancio si tiene senza l’assessore al Bilancio. In un paradosso che farebbe anche ridere, se alla fine della legislatura fosse avanzato un po’ di senso dell’humor. A sinistra è tutto un discorso. Tra più attivi i soliti noti: Sergione Insogna, Alvaro il Corsaro (no, non il Cozzaro e tantomeno il Cazzaro) Ricci, il sergente di ferro Fersini. Mauro Innocenzi chiede lumi sui due milioni spesi per le feste, “compresa Santa Rosa”. Livio Treta arriva, regola qualche conto in sospeso con l’assessore e vicesindaco Buzzi, poi se ne va: un duello dialettico memorabile, ma anche no. Ancora Fersini s’inalbera, e diremmo anche giustamente: “Non è possibile discutere in questo modo, non c’è nessuno”. In effetti: Buzzi entra e esce, il sindaco Marini pure, la Russo è andata via, Muroni non è mai arrivato. E a poco serve il dottor Quintarelli, chiamato da Gabbianelli per dare delucidazioni semmai qualcuno osasse scavare nei meandri più oscuri del bilancio.

E improvvisamente l’aula, da sorda e bivacco di manipoli,  si trasforma. C’è fermento, nell’aria: è arrivata la notizia dell’avviso di garanzia a Francesco Battistoni, indagato per peculato. C’è chi si fionda in edicola a comprare il Corriere della Sera, chi – tra la maggioranza – si contende l’unica copia già presente. Gli altri s’arrangiano con cellulari e tablet. Tocca a Barbieri (Udc, o quello che è)  riportare l’attenzione sulle cose più urgenti, tipo la voragine di piazza del Gesù e la ripavimentazione di strada Cuculo. Buzzi prende tempo e chiede l’aiuto a casa, cioè a Marini. Morale: i tempi per risistemare il cratere s’allungano, perché di mezzo ci sono dei locali privati. “Ma se continua a piovere così potremmo farci una piscina”, dice qualcuno.

Dichiarazioni di voto: Ricci spiega perché il Pd voterà no, dalla parte opposta Marcucci voterà sì, ma “da decano di questa assise” ritiene illegittima la convocazione del consiglio. Gabbianelli non risponde alle provocazioni, ma ricorda di comunicare immediatamente l’esito della votazione alla Prefettura. In fondo basta aprire la finestra e strillare molto forte. Bennati annuncia che il Pdl voterà clamorosamente a favore. Barbieri si astiene. Raggi piazza la zampata alla Inzaghi: “Tranquillizzo i colleghi dell’opposizione, questo bilancio non ha buchi perché è stato sottoscritto da tecnici”. Lì vicino fa piacere rivedere Adelio Salvatori, reduce da problemi di salute.

Morale della favola: il bilancio è approvato con 18 sì, 9 no, 2 astenuti, tra cui lo stesso Gabbianelli, al passo d’addio da presidente. Da adesso si potrà rilassare, e chissà che non ne guadagni in buonumore. I consiglieri più espansivi si salutano con affetto, o forse con sollievo. Qualche santino passa di mano. E’ quasi ora di pranzo, fuori continua a piovere e la messa è finita. Scambiatevi un segno di pace, giusto per vedere l’effetto che fa.

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17   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Come si dice: la democrazia è una cosa troppo seria per lasciarla ai democratici (o presunti tali).

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