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Via delle Piagge, caccia alla donna romena

Via delle Piagge

Via delle Piagge

Via delle Piagge è una smagliatura nella pancia di una donna incinta. Come via Lucchi, via Sant’Agostino e tutte le altre che riempiono questo quartiere in discesa – la pancia, appunto – tra San Faustino e piazza del Sacrario. Via delle Piagge è un mondo fatto di tanti altri piccoli mondi. Di lingue. Di dialetti. Di insegne strane. Di colori. Di odori. Di verdure strane che spuntano dalle vetrine dei negozi. Qui, in una di queste porticine scassate, dovrebbe vivere la ragazza che l’altro giorno ha partorito – o ha abortito – un feto, e poi l’ha gettato in un cassonetto di periferia lontano da qui.

Ma abitava davvero qui, questa ragazza dell’est? Nessuno lo dà per sicuro. Vai nel negozio di money transfer (quei posti che servono per spedire i soldi a casa, lontano, e per telefonare risparmiando sempre a casa, ovunque essa sia) e fanno i vaghi. Il gestore è cingalese, ride tanto e dice poco. Le due sventole domenicane suggeriscono: “Porque non preguntate, non chiedete, laggiù, dai pachistani?”. Andiamo a pregustare, gracias.

Si risalgono le scalette, decrepite e invase dai cocci di birra, e si torna verso via Cairoli, schivando le auto e gli scooter che evidentemente se ne sbattono della Zona a traffico limitato. Vigili urbani, semmai si chiamino ancora così, non pervenuti. Graffiti sui muri. Un bed & breakfast gestito da italiani. Un centro dell’Arci, che sembra molto vivo. Di qui, invece, ecco i pachistani. Che guardano male, ma poi basta dire la frasetta magica – “Non siamo poliziotti” – e sorridono. E ammettono. “Forse abitava lì, c’è stata parecchia polizia tra giovedì e venerdì”. “No, noi però la ragazza non la conoscevamo: quelli dell’est se ne stanno per conto loro, noi per conto nostro, e così via”. E infatti, facendo la strada a ritroso dalla parte opposta, verso via dei Magliatori, ecco i cingalesi (“Nuovi prodotti in arrivo”, dice il cartello fuori il negozio), altri latinos, qualche africano. E quello che si chiede come facciano a convivere lungo questa fettuccia tutte queste nazionalità – per non parlare delle lingue, per non parlare delle religioni – senza litigare, senza problemi di vicinato, magari è un po’ provinciale. O magari non sa cosa può diventare nelle notti del finesettimana questa zona: un inferno oppure una grande festa multicolore?

Di certo, al finire della via, prima che ricomincino i sanpietrini in salita di via dei Magliatori, nessuno sa se dall’altra parte della strada, l’altro giorno, una ragazza ha messo al mondo una creatura e poi è andata a gettarla in un cassonetto al Carmine, a due chilometri di distanza, fuori dalle mura e fuori da questo mondo vastissimo eppure lungo come una stradina settecentesca. Questo mondo che si chiama via delle Piagge, a due minuti a piedi da piazza del Sacrario.

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