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Arsenico, ecco lo sciopero della bolletta

arsenicoSull’arsenico oramai è guerra di tutti contro tutti. I vari soggetti coinvolti sono ai ferri corti in una rincorsa allo scaricabarile, condita di sanzioni che nessuno intende accettare. Come lo scorso anno, pure in questi giorni la Asl ha recapitato a diversi Comuni del Viterbese delle buste che scottano: contengono sanzioni dai 20 mila euro in su perché l’acqua erogata non è ancora priva del metallo pesante. Multata pure Talete, la società che gestisce il servizio idrico integrato nell’Ato 1 Lazio Nord, sempre per lo stesso motivo.

Eppure i sanzionati rispondono per le rime all’azienda sanitaria locale, annunciando ricorsi basati sul postulato che il compito di depurare le acque farebbe capo alla Regione (ricordate, c’è stato persino un commissario straordinario ad hoc, ovvero Renata Polverini). La morale? L’acqua continua ad arrivare avvelenata nelle case dei viterbesi, mentre gli amministratori litigano come galli in un pollaio. Ma diversi cittadini hanno deciso di farsi giustizia da sé. Come? Non pagando le bollette, come ha rivelato al Messaggero il presidente di Talete, Marco Fedele, annunciando che sono circa 14mila gli utenti morosi.

La storia è, ahinoi, tristemente nota: i s sindaci, secondo quanto imposto dall’Istituto superiore di sanità, dovrebbero garantire almeno sei litri di acqua potabile al giorno per ogni residente. Nell’attesa che i dearsenificatori vengano installati (a fine mese, secondo quanto dichiarato dall’assessore regionale all’Ambiente, Fabio Refrigeri, la prima tranche di lavori nei paesi con concentrazioni superiori ai 20 microgrammi per litro, dovrebbero terminare come da programma), la gente fa la fila alle fontanelle. Eppure, le bollette continuano ad arrivare come se l’acqua erogata dai rubinetti fosse potabile.

Per questo, molti cittadini hanno scelto una forza di protesta non-violenta ma che rischia di affossare una società già gravata dai debiti: lo sciopero della bolletta, appunta. Talete manderà i solleciti, ma difficile che riuscirà a recuperare tutto il dovuto. Intanto, i sindaci si ribellano contro la Asl che, in qualità di ente responsabile per la salute dei cittadini, sta usando la mano dura contro di loro. Del resto, tra le priorità del mandato che il nuovo commissario Macchitella ha ricevuto dal presidente Nicola Zingaretti, ci sarebbe proprio quella di normalizzare l’emergenza arsenico.

Intanto, l’assessore regionale Refrigeri ha rassicurato che entro un anno pure i comuni affetti da arsenico tra i 10 e i 20 microgrammi per litro saranno dotati di potabilizzatori. Nel frattempo, gli uffici di via Cristoforo Colombo stanno lavorando a un progetto di miscelazione delle acqua che dovrebbe essere presentato tra settembre e ottobre, allo scopo di superare i dearsenificatori e risolvere in via definitiva il problema. “Stiamo monitorando la rete di adduzione esistente per verificare le modifiche da apportare. Poi l’acqua – ha spiegato Refrigeri – dovrebbe essere miscelata in apposite vasche e quindi distribuita tramite un articolato reticolo di condutture. Una soluzione che ha il vantaggio di essere costante nel tempo e senza costi fissi”. Ma intanto nella Tuscia la guerra continua e i cittadini sono ancora a secco di acqua potabile.

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