28032024Headline:

Asl, un maxi processo chiarificatore

Il pm Stefano D'Arma...

Il pm Stefano D’Arma…

Allora, si farà il processo. Anzi: il maxi-processo, visto che gli imputati sono 32 (cui vanno aggiunti i 5 che hanno patteggiato). E ben venga questo dibattimento che aiuterà a capire finalmente se veramente ci siano state responsabilità e a chi affibbiarle, in quella che è stata la gestione della sanità viterbese dal 2006 al 2009, caratterizzata da polemiche e veleni a non finire, alimentati questi ultimi anche da media particolarmente focosi nel voler mandare a tutti i costi al rogo tutti coloro che in quel periodo erano nella stanza dei bottoni.

Ben venga questo processo dunque (la cronaca dei fatti la trovate sul sito gemello Viterbonews24), perché dovrà chiarire una volta per tutte se il binomio gestione sanitaria-politica sia stato veramente deleterio, come taluni lo hanno descritto, oppure sia rimasto in una zona grigia (magari deprecabile eticamente, ma non rilevante penalmente), o ancora il tutto sia frutto di una volontà persecutoria (come sostenuto da altri) nei confronti della politica, o meglio, di qualche politico in particolare cui si è tentato di distruggere una brillante carriera.
A lume di naso, e senza voler anticipare un processo che vedrà sicuramente scontri all’arma bianca tra accusa e difesa, si può già dire oggi che comunque il dibattimento avrà il compito di scremare le diverse posizioni e di capire fino a quale livello s’era spinto un malaffare che è comunque venuto alla luce in maniera netta, quando alcuni personaggi furono sorpresi a arrestati proprio mentre si scambiavano le classiche mazzette.

...e il suo collega Fabrizio Tucci

…e il suo collega Fabrizio Tucci

Primo quesito: quegli episodi furono il frutto di iniziative di singoli o facevano parte di un sistema ben rodato che si inceppò soltanto grazie alle intercettazioni? Non è una domanda di poco conto, giacché dalle risposte che si avranno si potrà capire il grado di responsabilità (o di non responsabilità) dei vertici dell’epoca.
Vertici tra i quali spicca – sia per la carica che ricopriva, sia per la personalità del personaggio – quel Pippo Aloisio che s’è sempre dichiarato “fioroniano doc” e che proprio per queste sue affermazioni, rese pubbliche in più occasioni, scatenò all’epoca un vero e proprio putiferio, con amici da una parte e nemici dall’altra.

Aloisio: vittima o carnefice? E’ il secondo quesito al quale il dibattimento dovrà dare risposte precise. Nelle migliaia di pagine stilate dai pm c’è scritto che l’ex manager non avrebbe preso un euro, ma avrebbe agito per motivi politici, ovverosia per favorire lo schieramento di cui faceva parte. Ma qui si inserisce il rovescio della medaglia, un rovescio pesantissimo, ventilato da più parti. E cioè che tutto il bailamme dell’epoca sarebbe stato creato per mettere in difficoltà proprio quel Beppe Fioroni, punto di riferimento per Aloisio, e plenipotenziario della politica viterbese.
E’ questo forse il punto cardine del processo che sarà e sul quale – si spera – sarà detta una parola definitiva.
A margine però, non si può non ricordare che nella rete c’è finito anche il povero Adolfo Pipino, successore di Aloisio, che arrivò a Viterbo quando la buriana era ormai passata. A lui si imputa il fatto di aver aperto il centro diabetologico (che cura migliaia di diabetici della Tuscia) all’interno della nuova clinica S. Teresa. Un servizio che all’epoca rischiava di essere interrotto per mancanza di spazi adeguati. E se nella vicenda non è venuto fuori altro – ci si consenta – questa appare proprio una castroneria bella e buona.

 

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342   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Ben venga, caro Sassi, la chiarezza sulle malversazioni della ASL targata Aloisio-Paoloni. Per fare ancora più chiarezza avremmo visto bene tra i rinviati a giudizio un certo Peppe Bucia, il riferimento politico della banda di cui sopra.

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