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Caprarola, teatro popolare a palazzo Farnese

Per il secondo appuntamento con il festival “Di Voci e di Suoni” a palazzo Farnese di Caprarola, la compagnia di teatro popolare “Peppino Liuzzi” di Caprarola e l’Italian Sankofa Culture Group, in collaborazione con l’università La Sapienza di Roma e il conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, presentano lo spettacolo di teatro sincretico “L’Occidente immaginario”, dove, accanto ad una recitazione in dialetto caprolatto, ci sono la musica africana dei tamburi ewe e dagomba del Ghana, e le danze ad essa legate, e i “Frammenti musicali sincretici” di James Demby. Lo spettacolo andrà in scena stasera alle ore 21.30 (ingresso 7 euro, ridotto 5 euro).

L’opera è liberamente tratta da “Il malato immaginario”, la famosa commedia scritta da Molière nel 1673 che racconta, in chiave comico-grottesca, del borghese ipocondriaco, Argante. Si propone qui una rilettura di questo grande classico attraverso gli esperimenti di Teatro Sincretico, nati nel 2002, da una idea dello scrittore afroamericano William Demby, anch’essi forme di interazione fra letteratura e musica, in cui la rilettura di un testo teatrale, spesso proveniente da quella tipica sfera di “atemporalità” a cui appartengono gli autori classici (dal teatro Greco a quello Romano, da Shakespeare a Machiavelli), viene fatta interagire con la musica e le danze africane. Con il termine “sincretico” si attende, appunto, un’arte fondata sull’unione di diversi elementi. Ad accompagnare lo spettacolo, ci sarà, tuttavia, anche la percezione e la coscienza del momento storico che sti amo attraversando in cui un’Italia ed una Europa in crisi, così come tutto l’occidente, si presentano come un gigantesco “malato immaginario” bisognoso e desideroso delle cure di un’Africa migrante che è invece, come continuamente ci dimostrano gli episodi della storia recente e recentissima, in una drammatica sofferenza reale. Regia e adattamento sono di Romolo Passini e Stefano Lariccia; musiche di James Demby (frammenti sincretici) e provenienti dalla tradizione Ewe e Dagomba del Ghana.

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