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Il pasticciaccio degli incompatibili

Francesco Serra

Francesco Serra

Piove sul bagnato? Sembrerebbe proprio di sì. Giacché ai numerosi problemi che Comune e Provincia devono affrontare nell’amministrazione del territorio se ne sarebbe aggiunto un altro, di non poco conto. Un problema che si chiama decreto legislativo del 4 maggio 2013, numero 39, contenente alcune norme contro la corruzione, secondo il quale “gli incarichi dirigenziali interni ed esterni nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello provinciale o comunale sono incompatibili con la carica di componente di consiglio comunale di città con più di 15 mila abitanti e con la carica di componente del consiglio provinciale”. E’ uno degli ultimi atti di Governo di Mario Monti e del Guardasigilli Paola Severino, emanato l’8 aprile di quest’anno e convertito in legge, appunto, il successivo 4 maggio.

Che vuol dire tutto ciò? Semplice. Che in Comune sarebbero a rischio decadenza Francesco Serra, Patrizia Fritelli e Mario Quintarelli, tutti e tre dirigenti Asl. E che a palazzo Gentili stessa eventuale sorte toccherebbe a Bengasi Battisti, Vincenzo Bruni (dirigenti Asl) e Raffaele Saladino (dirigente dell’università della Tuscia).

Mario Quintarelli

Mario Quintarelli

La notizia, riportata ieri mattina da un quotidiano locale, ha avuto l’effetto di un fulmine a ciel sereno, cogliendo tutti impreparati. “Non ne sapevo nulla fino a stamattina – confessa Francesco Serra – ma ritengo che la norma riguardi solo gli incarichi apicali. Comunque, sarà doveroso informarsi a dovere”. Cosa che ha deciso di fare il consigliere provinciale Vincenzo Bruni, inviando un quesito all’Unione delle Province Italiane per avere chiarimenti in merito.

Il problema comunque si porrà nei prossimi giorni e c’è già chi lo metterà sul tavolo già alla prossima seduta del parlamentino di palazzo dei Priori. Se Serra, Frittelli e Quintarelli fossero davvero incompatibili nel gruppo del Pd ci sarebbe una vera e propria rivoluzione.

Certo è che il decreto legislativo dà 15 giorni di tempo ai presunti incompatibili per scegliere se mantenere l’incarico elettivo o il posto di lavoro. Già, ma a chi spetta l’onore di stabilire l’incompatibilità dei singoli? Il decreto, all’articolo 15, parla di un “responsabile del piano anticorruzione” di ciascuna amministrazione pubblica, ente pubblico e ente di diritto privato in controllo pubblico, cui spetta l’onere di far sì “che siano rispettate le disposizioni del presente decreto sulla inconferibilità e incompatibilità degli incarichi. A tale fine – dice ancora il decreto – il responsabile contesta all’interessato l’esistenza o l’insorgere delle situazioni di inconferibilità o incompatibilità”. Ora, a lume di naso tali responsabili potrebbero (il condizionale è d’obbligo) individuarsi nel segretario generale del Comune e della Provincia, nel direttore generale della Asl e nel rettore dell’università della Tuscia. Ma va detto che questo, per onestà intellettuale, è un punto tutto da chiarire.

 

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21   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Filippo Rossi da Trieste e il suo ottuso scudiero Barelli sono invece incompatibili con l’umanità tutta.

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