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Da segretaria di Schicchi a giornalista

libro Non-dite-alla-mammaPer anni, Debora Attanasio si è sentita dire da amici e parenti che doveva lasciare quel posto di lavoro prima di rovinarsi la reputazione. Invece è stata la sua fortuna, perché da quel lontano 1992, quando ha accettato di diventare la segretaria di Riccardo Schicchi, geniale e contestato re dell’hard core italiano, di strada ne ha fatta tanta e ora lavora come giornalista per Marie Claire.

«Ero una ventenne squattrinata e disoccupata, ma incaponita a voler comprare una casa nella provincia di Viterbo, perché da bambina trascorrevo le vacanze a Soriano nel Cimino e mi ero innamorata di quella zona», racconta Attanasio.

Riesce così a farsi concedere miracolosamente un mutuo, trasloca dalla Capitale, ma perdere il lavoro a sorpresa, già allo scadere della prima rata. «Ho iniziato un giro di colloqui dove ricevevo solo proposte ridicole e allusive. Quando un imprenditore a piazzale Flaminio, a metà colloquio, ha chiuso la porta dell’ufficio e si è calato i pantaloni davanti a me, sono fuggita via e ho deciso di provare anche l’ultimo degli appuntamenti in lista: segretaria in un’agenzia a luci rosse».

Debora si trova così faccia a faccia con Riccardo Schicchi, il creatore di Cicciolina, Moana Pozzi e, più avanti, di Eva Henger che, dandole sempre del lei, le rivolge le domande di rito – che studi ha fatto, che lingue parla – e via dicendo. Poi le chiede di seguirlo in una stanzetta e chiude la porta. «Ho pensato “se allunga le mani, lo prendo a pugni”», racconta Debora. Invece, quello che di lì a un minuto sarebbe diventato il suo capo, apre la finestra e lascia entrare ventidue gatti persiani che si accalcano intorno alle loro gambe in cerca di carezze. Il test finale consisteva solo nel valutare l’amore e il rispetto della candidata per gli animali, un requisito che Schicchi riteneva fondamentale.

Debora è rimasta a lavorare in quell’ufficio strampalato per nove anni «I più divertenti e liberi della mia vita». Fa di tutto, nutre di quaglie il pitone aziendale, consola le stelline innamorate, risponde alle lettere dei fan, e mai le viene chiesto di spogliarsi, perché come le dice un giorno Schicchi stesso «È più facile trovare una pornostar che una brava segretaria».

In breve, il suo capo si rivela un brav’uomo, puntuale nel pagamento dello stipendio, e con un indole informale da folletto sempre pronto allo scherzo. «Soprattutto», aggiunge Attanasio, «non si prendeva mai sul serio, mentre da fuori tutti lo immaginavano come un potente ed efficientissimo manager».

Quell’avventura finisce nove anni dopo, a causa dei tanti problemi legali e di salute a cui Schicchi è andato incontro con incoscienza. Ma i due non hanno mai reciso il legame dell’amicizia, fino alla scomparsa di lui, lo scorso dicembre.

Tre anni fa Debora Attanasio, ormai giornalista e trapiantata a Milano, ha ritirato fuori dal cassetto gli undici diari tenuti in quel periodo «Perché sapevo di vivere qualcosa di speciale e non volevo dimenticare nulla», e inizia a tradurre tutto in un libro straordinario, comico, imprevedibile, che smonta (e sbugiarda un po’) l’immaginario collettivo dell’hard core rendendolo per quello che è: un grande circo sgangherato dove si rideva tanto e si lavorava molto, e dove ci si voleva tutti bene come in una famigliola allargata e disfunzionale.

Lo scorso maggio Debora ha pubblicato quel memoriale col titolo Non dite alla mamma che faccio la segretaria (Sperling & Kupfer), raccogliendo valanghe di apprezzamenti da Vanity Fair, Marie Claire, Il Fatto quotidiano, la Gazzetta dello sport, Cosmopolitan, Gioia e conquistando il cuore di scrittrici di grido come Lara Cardella e Federica Bosco. Da allora, l’autrice è in tour nelle librerie di tutta Italia per incontrare (e far ridere) i lettori, e oggi – «un’appuntamento che ho voluto fortemente», spiega – farà tappa nella sua Soriano nel Cimino, citata in un passaggio del libro, dove alle 18, nella sala consiliare, verrà intervistata dal sindaco Fabio Menicacci (Piazza Umberto I, 28) e risponderà alle curiosità del pubblico.

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386   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    A Viterbe, molto più modestamente, abbiamo il re della politica hard (nel senso di esperto di tutte le posizioni del kamasutra politico): Filippo Rossi da Trieste.

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