23042024Headline:

“Pago io”: così Michelini chiude la polemica

Giacomo Barelli e Leonardo Michelini

Giacomo Barelli e Leonardo Michelini

E il terzo giorno venne la conferenza stampa. Dopo rinvii, retromarce, dibattiti e presumibili scazzi all’interno della Giunta comunale. La conferenza stampa che fissa in tre gli appuntamenti estivi al teatro romano di Ferento, almeno per quanto riguarda l’organizzazione comunale visto che la Provincia ha un suo cartellone a sé stante, magari non scintillante ma presentato per tempo, e senza intoppi.

Si parte già stasera, con l’omaggio a Giorgio Gaber, con Michele Placido, Alessandro Haber e Lunetta Savino. Evento unico, ingresso gratuito. Il 10 agosto il concerto del sulfureo Angelo Branduardi, e qui invece si paga: 5 euro per un posto sugli antichi spalti, 10 per una comoda poltrona. Ufficiale anche il terzo evento, il 13 agosto, con il trasloco a Ferento del concerto gratuito sulle sinfonie di Beethoven, inizialmente previsto a piazza San Lorenzo e a pagamento per il Tuscia Opera Festival.

La qualità, insomma, c’è, e questo non era mai stato messo in discussione. Ma come ogni bella serata che si rispetti, alla fine resterà sul tavolo il conto da pagare, un conto che dagli ultimi, accuratissimi, calcoli matematici dovrebbe essere sceso a 36mila euro (all’inizio si era parlato di 38mila), di cui 6mila saranno coperti da sponsor istituzionali (una banca) e sul resto si cercherà di recuperare il più possibile dalla vendita di biglietti. E se ancora non dovesse bastare? “Allora ci metteremo i soldi io e l’assessore Barelli”, ha tagliato corto il sindaco Michelini, a metà tra la battuta surreale e la sferzata in risposta alle critiche.

Ma senza aspettare mecenati, vale la pena invece sottolineare come intorno a questa storia siano affiorate tutti i peccati di gioventù della nuova amministrazione. Inesperienza, unita ad una certa superficialità e alla voglia matta di fare qualcosa, subito. Già, perché l’intenzione del sindaco era e resta encomiabile: rianimare immediatamente il teatro romano di Ferento, e “renderlo subito fruibile a tutti”. Per questo l’area è stata pulita rapidamente dopo anni di abbandono. Per questo si stanno organizzando visite guidate. Per questo sono stati organizzati gli spettacoli, con la fretta che ha fatto saltare qualche passaggio burocratico e che ha sollevato le giuste annotazioni dell’opposizione e anche di qualcuno all’interno all maggioranza.

Certo, si sarebbe potuto comunicare meglio – e prima – le intenzioni, Certo, ci sarebbe anche un assessore alla Cultura da sollecitare maggiormente. Certo, qualcuno se ne sta col fucile spianato sotto via Ascenzi, sempre pronto ad impallinare al primo sbaglio. Ma l’impressione è che anche il rodaggio, ad un certo punto, deve terminare. Che si parli di una Panda o di palazzo dei Priori.

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21   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Repetita (forse) iuvant:

    Molto interessante, e molto indicativo del modus operandi dell’assessore Barelli e del suo dominus Filippo Rossi da Trieste, il cosiddetto “Omaggio a Gaber”. Spettacolo gratuito, certo, ma neppure l’elettore medio di “Viva Viterbo” può credere che artisti del calibro di Alessandro Haber, Michele Placido e Lunetta Savino non pretendano (giustamente) di essere pagati e bene per la loro partecipazione. Ma se non abbiamo nulla da eccepire sui cachet di questi preclari artisti, abbiamo invece molto da eccepire sui cachet – a meno che non lavorino gratuitamente, ma ci sembra francamente improbabile – che verranno versati (in tutto o in parte) dall’amministrazione comunale agli altri artisti che, con diverse mansioni, partecipano allo spettacolo. Già, gli altri artisti: chi sono? Il regista è certo Raffaello Fusaro, collaboratore di “Caffeina” (come dichiara lui stesso in questa intervista: http://www.risopatateborchie.i…, e gli autori delle musiche (sic: le musiche in uno spettacolo dedicato a Gaber) sono Luigi Gentile e Giampiero Lattanzi, rispettivamente accompagnatore musicale di molti eventi di “Caffeina” sin dalla prima edizione e candidato di “Viva Viterbo” alle ultime elezioni comunali. Che coincidenza: “Caffeina” e “Viva Viterbo”, due realtà riconducibili all’assessore Barelli e al suo dominus Filippo Rossi da Trieste. Chiaramente non c’è nessun conflitto di interessi, figuriamoci…

  2. Giorgio Molino ha detto:

    Nulla da rispondere sul conflitto d’interessi “Caffeina”-“Viva Viterbo”-amministrazione comunale-soldi nostri? Poi dicono che l’omertà c’è solo al Sud…

  3. Giorgio Molino ha detto:

    Ora Filippo Rossi da Trieste, l’arrogante, presuntuoso e disonesto intellettualmente Filippo Rossi da Trieste, prova disgusto (tanto per cambiare), piagnucola e ciancia di macchina del fango perché qualcuno, nella fattispecie il suo ex amicone the big but stinky journalist, si è permesso di criticare le pirlate a raffica del suo ottuso scudiero Barelli. Sia serio, l’energumeno di origini triestine, e piuttosto spieghi ai cittadini viterbesi quanto l’amministrazione comunale ha versato a suoi sodali Raffaello Fusura, Luigi Gentile e Giampiero Lattanzi per lo spettacolo su Gaber.

  4. Giorgio Molino ha detto:

    Ecco cosa scrivono, in una lettera al sindaco, quattro associazioni culturali (non tutte “vergini”, vedi Funamboli con le sue markette pro Battistoni Magno) a proposito delle ultime prodezze dell’ottuso scudiero di Filippo Rossi da Trieste (al secolo Barelli):

    Egregio signor sindaco, ci vediamo costretti ancora una volta a richiedere assoluta attenzione e vigilanza in merito alle politiche culturali pensate e adottate per la città.

    Ci riferiamo particolarmente alle modalità di gestione dei fondi per la cultura, come la vicenda dell’organizzazione degli eventi a Ferento a cura dell’assessorato alla Cultura del comune di Viterbo.

    Si è scelto di dare un contributo, mascherandolo da acquisizione di servizi, dall’importo decisamente ingente per i tempi, come quello compreso tra i 25mila e i 30mila euro che la giunta ha deliberato, con modalità, da quanto si evince dalle cronache, approssimative e non trasparenti.

    Pur nel tentativo di migliorare una situazione che nella fase iniziale appariva incomprensibile e impresentabile, la soluzione adottata ci appare ugualmente inaccettabile.

    A fronte dell’attesa della graduatoria di finanziamento per oltre cento proposte culturali per l’estate e settembre viterbese, si è scelto di dare priorità e risorse ad un evento dal carattere promozionale e al di fuori delle prassi previste per il finanziamento di iniziative analoghe.

    In questo caso si è preferito individuare degli interlocutori con procedure poco trasparenti e personali, al di fuori dei percorsi istituzionali.

    Chiediamo con urgenza l’apertura di una discussione partecipata e aperta ai portatori di interesse (operatori culturali e associazioni) preliminare all’approvazione del nuovo regolamento per i contributi e le attività delle associazioni del terzo settore a Viterbo e una rapida e trasparente soluzione al problema della mancata stesura della graduatoria dell’avviso pubblico per gli eventi dell’estate e del settembre viterbese.

    Arci Viterbo

    Quartieri dell’Arte

    Funamboli

    Pro Loco Viterbo

  5. Giorgio Molino ha detto:

    Alla buon ora! Alleluja! Anche il soldatino (già scribacchino peppebuciardello di provata fede) agli ordini del big but stinky journalist s’è accorto di quello che, prima un commentatore del big but stinky sito (Tuculca) poi con maggiori particolari il sottoscritto (che non è né corrivo né Paolo Gianlorenzo, ma uno che qualche cosetta magari la conosce), andavano scrivendo da giorni, e cioè che nell’omaggio a Gaber sono coinvolti, guarda caso, personaggi riconducibili alla nauseabonda manifestazione kulturale e alla listarella di Filippo Rossi da Trieste. Ripetiamo, un po’ per celia un po’ per non morire, i nomi di questi eroi dei nostri tempi:
    – Raffaello Fusaro, regista e attore collaboratore di “Caffeina”
    – Luigi Gentile, pianista ufficiale di “Caffeina” sin dalla prima edizione
    – Giampiero Lattanzi, candidato alle comunali (senza fortuna: leggasi trombato) per “Viva Viterbo”

    E infine: l’associazione “The Company”, che ha prodotto l’evento e che tanto intriga il soldatino di the big but stinky journalist, è collegata al summenzionato Raffaello Fusaro (e probabilmente anche ad altri citati, ma anche no, in questo post).

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