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Una petizione all’Ue per fermare il geotermico

La mappa dell'impianto e delle zone d'influenza

La mappa dell’impianto e delle zone d’influenza

L’opposizione all’impianto geotermico che sorgerà (o dovrebbe sorgere) a Castel Giorgio arriva anche al Parlamento europeo. Già, perché i volontari dell’associazione lago di Bolsena hanno inviato una petizione al presidente del massimo organismo continentale, a Bruxelles, per esporre le ragioni della loro contrarietà. Una lettera dettagliata e arricchita dai risultati di studi e prelievi, che dimostrerebbe – secondo gli autori – quanto il progetto energetico della società Itw-Lkw  possa influire anche sull’ambiente circostante, e in particolare sul vicino lago di Bolsena. Che tra l’altro è insignito dello status di “sito d’interesse comunitario” e quello di “zona di protezione speciale”.

I primi pozzi saranno realizzati a Castel Giorgio, e dunque in Umbria, anche se il campo di ricerca completo riguarderà soltanto per il 30 per cento quella regione, mentre per il 70 per cento interesserà il Lazio, cioè la provincia di Viterbo. “In generale i pozzi di produzione estraggono acqua caldissima (surriscaldata) dalla falda geotermica che si trova a grande profondità, e poi, dopo aver ad essa sottratto calore, la re-iniettano raffreddata attraverso pozzi profondi, ubicati a qualche chilometro di distanza – spiegano i volontari nella loro petizione – Nella falda dove viene reiniettato il fluido geotermico raffreddato si crea attorno al pozzo una vasta zona di sovrapressione la cui estensione dipende dalla permeabilità del terreno e dalla pressione e portata del fluido iniettato.  Nelle nostre zone il fluido geotermico in pressione anziché diffondersi nella falda potrebbe trovare una facile via di risalita attraverso le numerose fratture presenti nel sottosuolo che, a causa delle passate vicende vulcano-tettoniche, è diventato uno sfasciume geologico. Il fluido geotermico contiene alte percentuali arsenico, boro ed altre sostanze tossiche e cancerogene che inquinerebbero l’acquifero superficiale sovrastante dal quale viene prelevata acqua per uso potabile e irriguo, come indicato nella carta allegata della densità dei prelievi. Il flusso ascendente di acqua geotermica potrebbe avvenire anche attraverso l’intercapedine fra il diametro del pozzo trivellato e quello del tubo metallico di rivestimento che necessariamente ha un diametro inferiore. L’intercapedine è di norma cementata, ma la cementazione non offre assoluta garanzia di ermeticità e di durata”. Di qui la possibilità concreta, sempre secondo gli autori di questo studio, che possano verificarsi disastri ambientali anche di una certa gravità, a partire dai terremoti e dagli avvelenamenti delle falde.

Ma non solo. Il rischio è che il bacino del lago (esteso anche sottoterra fino allo stesso territorio di Castel Giorgio) possa essere inquinato dai veleni che i pozzi richiamerebbero in superficie. E poi c’è il discorso di altri possibili pozzi che potrebbero spuntare come funghi intorno al lago, se i primi esperimenti dovessero rivelarsi proficui. La lettera a Bruxelles, firmata dal presidente dell’associazione Piero Bruni, si conclude così: “Chiediamo l’intervento della Ue per invitare le Regioni Umbria e Lazio a non autorizzare il programma pilota di trivellazione della società Itw-Lkw facendo presente che tale programma geotermico ha una incidenza significativa sul lago di Bolsena”.

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