29032024Headline:

Sarà guerra per il Palamalè?

Il sindaco coi dirigenti della Fortitudo

Il sindaco coi dirigenti della Fortitudo

Dunque, sono in due. E si sapeva. Nella stessa categoria, la C nazionale, e nello stesso girone. Dopo la Ilco Stella Azzurra, che per il secondo anno frequenterà questo campionato – stavolta con legittime ambizioni di vittoria – si è presentata anche la Nuova Fortitudo Piergentili, uscendo un po’ dal cono d’ombra mediatico che l’aveva avvolta questa estate. Eppure, mentre i giornali – colpevolmente – seguivano poco o nulla le vicende del club, il roster veniva allestito, i ruoli dirigenziali assegnati, i colori sociali mutati (da neroarancio a biancoverde) e la squadra iniziava ad allenarsi agli ordini del nuovo coach Massimo Pettenuzzo. Tante sorprese, con l’organico rifatto ex novo rispetto all’anno scorso, un nuovo direttore sportivo – Francesco Foroni – e la conferma del general manager Enrico Bertini.

La sicurezza arriva anche dal blocco dei dirigenti storici della pallacanestro cittadina: dal vicepresidente Perugi al team manager Mantuano, dall’addetta agli arbitri Caterina Michelini a Sergio Fontana e Angelo Valdannini. Gente che da anni coltiva la passione per il basket, e che ha  ottenuto anche successi in categorie superiori.

Ma la bomba arriva dal nuovo presidente, quel Luciano Tola che dopo essere stato un monumento tra gli arbitri italiani, anche a livello internazionale, si ritrova ora sulla poltrona più importante di un club della sua città. Una sfida interessante, che lo stesso ex fischietto rende ancora più pepata sin dal giorno della presentazione ufficiale. Dice Tola: “Puntiamo in alto e puntiamo alla gestione del PalaMalè, che ha bisogno di un unico club che se ne prenda cura e lo rimetta in condizioni accettabili, visto che così non si può andare avanti”. Le magagne del vecchio impianto di via dei Monti Cimini sono note: le infiltrazioni (a volte veramente torrenziali) dal tetto, spogliatoi al limite dell’agibilità, un freddo boia d’inverno e tante altre cose con cui i tifosi hanno imparato, rassegnati, a convivere nel corso degli anni.

Ma il discorso sulla gestione univoca è quello che rischia di sollevare polemiche e attriti in un ambiente – quello dei canestri gialloblu – storicamente “sensibile” ad antipatie, dispettucci, invidie reciproche. E il palazzetto è stato sempre un punto critico. Ecco forse perché il sindaco Michelini, che ha avuto il basket in famiglia (suo fratello, il compianto Primo, è stato un grandissimo dirigente della Libertas), ha cercato di stoppare le mire fortitudine: “Conosciamo le criticità dell’impianto, e stiamo pensando ad alcuni interventi e finanziamenti, anche a fondo perduto, per risolvere le situazioni più gravi. Ma la strada della gestione unica non mi sembra la cosa più urgente”.

Anche perché – il sindaco lo sa – per fare una cosa del genere servirebbe un bando pubblico, una gara. Dato che ci sono altre società nel mazzo, che potrebbero essere interessate, a prendersi in carico il PalaMalè, con i suoi oneri e onori. Ne avrebbero tutti i diritti. Oggi la gestione è affidata ad una società, la Probasket, creata da tutte e quattro le maggiori realtà viterbesi. E cioé, in ordine alfabetico, dalle Ants (A2 femminile), dalla Nuova Fortitudo (Dnc), dal Santa Rosa (Promozione e settore giovanile) e dalla Stella Azzurra. Che qualche anno fa misero da parte i rosicamenti e si unirono per gestire la casa del basket cittadino. Sembrava una svolta epocale, per chi frequenta l’ambiente. E dire che appena la scorsa settimana, i rappresentanti di questi quattro club, si sono incontrati per concordare le regole di convivenza per la stagione che sta per iniziare. Si tratta di incastrare esigenze, date e orari degli allenamenti di tante formazioni, un gioco delicato che spesso non riesce in modo perfetto, e che costringe ognuno a dei piccoli sacrifici, ma che finora ha funzionato in modo discreto.

Se esiste un sistema migliore per gestire il palazzo, per fare gli interventi di ristrutturazione, per riammodernare una struttura che risale al 1980, ben venga: ma occhio, perché il rischio di far saltare il banco è in agguato. E’ già successo tante volte in passato: chi c’era, se lo ricorda. E se il basket viterbese per qualche anno sembrava in agonia, è stato forse a causa di certi atteggiamenti. Meglio non ripetere gli errori del passato, no?

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