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Raccolta di versi ispirata a Carlo Vincenti

Carlo Vincenti

Carlo Vincenti

“A goccia a goccia/ ripeteva una storia/ sotto il muretto torto/ sotto il sole corto/ sotto lo sguardo assorto/ l’albero vicino azzittiva/ con tutti i suoi uccelli/ con tutti i suoi frutti maturi/ pronti a cadere al suolo/ diceva qualcosa di strano/ una storia simile a un nastro/ di seta liscia scorreva/ sulla lingua sul viso/ senza capire bevevo/ senza dissetarmi vivevo/”.

E’ la poesia, dal titolo “Donna fontana”,  che Giovanna Iorio ha posto ad incipit del suo volumetto “La memoria dell’acqua” (Davide Ghaleb editore, pp. 83, euro 10,00), intensa raccolta di versi ispirati alle opere di Carlo Vincenti, “una produzione ricchissima che testimonia il suo costante interesse per la sperimentazione e l’affinamento alle diverse tecniche espressive”.

Carlo Vincenti (1946-1978), una breve vita segnata da durissime esperienze umane, punteggiata da frequenti ricoveri in case di cura psichiatriche, fino alla scelta di suicidarsi “con un tuffo mortale – ha annotato recentemente Antonello Ricci, in una passeggiata/racconto dedicata all’artista – dall’anonimo quarto piano d’una periferia piccolo-borghese”.

“Carlo Vincenti – sottolinea Ivano Mugnaini nella presentazione – è stato ed è, attraverso i segni e i segnali che ha lasciato, artista e poeta. Ha unito parola e immagine. Attraverso una fusione che richiama materiali concreti, metalli, liquidi, corpi plasmati che mutano aspetto. (…) Giovanni Iorio ha percepito in questa poliedrica, addolorata e vitalissima espressione artistica, una profonda sintonia. Per quei percorsi indecifrabili, misteriosi e maliosi che mettono in connessione due percorsi e due persone”.

Per Miriam Castelnuovo che ha steso la postfazione “Giovanna Iorio e Carlo Vincenti percorrono la strada della propria esistenza con la forza del solo linguaggio”.

L’apparato iconografo è composto da una trentina di opere di Vincenti (acquarelli, disegni, collage etc.).

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