19042024Headline:

Successo di pubblico, meno per le aziende

Il direttore del festival Mauro Morucci (al centro), tra l'interprete e il regista Claudio Giovannesi

Il direttore del festival Mauro Morucci (al centro), tra l’interprete e il regista Claudio Giovannesi

Tante luci, e un’ombra che lascia un po’ di amaro in bocca, ma che può essere anche uno stimolo per fare meglio in futuro. Questo dice il bilancio della trasferta berlinese del Tuscia film fest, a cavallo tra agosto e settembre: tre giorni di cinema e promozione di prodotti viterbese nella capitale della Germania, pensati come estensione naturale della rassegna che si svolge a Viterbo ormai da dieci anni.
E’ il direttore del Tuscia film fest, Mauro Morucci, a raccontare com’è andata questa prima volta Oltralpe, un’analisi lucida e onesta: “Dal punto di vista culturale, l’iniziativa è andata benone. Abbiamo avuto quasi 800 spettatori paganti in tre serate, in un periodo dell’anno non facile come l’estate, e con una serata, il sabato, in cui abbiamo dovuto fare i conti con la concorrenza della Notte dei musei, che ha attratto molti berlinesi nelle maggiori gallerie della città. Ciononostante, le tre proiezioni e gli aperitivi con prodotti tipici viterbesi che le hanno precedute, sono andate oltre le più rosee previsioni, specialmente quella di domenica, il gran finale, quando gli spettatori hanno dovuto fare anche la fila al botteghino”. E le immagini lo confermano. C’è da dire oltretutto che il programma era particolare: I Vitelloni di Fellini in apertura era una garanzia, gli altri due titoli (“Alì ha gli occhi azzurri” e “Viva la libertà”) molto meno, visto che sono più recenti e certo meno famosi.
Ma la cosa che non ha funzionato è stata la parte commerciale e promozionale del Tuscia film fest. Già, perché il progetto prevedeva anche degli incontri a margine tra le aziende viterbesi (17) e importatori tedeschi, “A causa di alcune valutazioni sbagliate da parte dei nostri partner in loco, gli incontri non hanno funzionato affatto, Anzi, sono stati un disastro. E questo lo ammettiamo con grande dispiacere. Così come rivolgiamo infinite scuse alle aziende viterbesi che sono rimaste giustamente deluse. Stiamo studiando anche un modo per mettere riparo alla cosa”. In pratica: la responsabilità è di chi, in Germania, non ha fatto quello che aveva promesso, ma anche del Tuscia film fest, che aveva scelto interlocutori non affidabili.
Capitolo chiuso? Un momento. Morucci e i suoi stanno già lavorando per la prossima edizione, ancora a Berlino, magari più lunga (un’intera settimana) e spostata in avanti, a fine settembre. Con la certezza che anche attraverso gli errori si può crescere e migliorare. Una cosa è già sicura: Viterbo può esportare cultura (anche Caffeina sarà a Pienza nel prossimo finesettimana) proprio perché ci sono imprenditori coraggiosi, pronti a rischiare per farlo. Scusate se è poco.

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19   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Ma ‘sta kaffeina ce l’avete pure nel cervello? Ebbasta a citare ‘sta manifestazione che di culturale non ha proprio nulla!

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