19042024Headline:

“Solo i privati hanno risposto alla grande”

Andrea Baffo e Michele Pepponi

Andrea Baffo e Michele Pepponi

“Il nostro cantiere è in piena attività”, dice il presidente della Fondazione Caffeina Michele Pepponi. Per progettare, costruire e rifinire, quello che poi i viterbesi si godranno la prossima estate. E forse anche prima, “visto che stiamo lavorando su progetti interessanti, per Viterbo e per Pienza”, come aggiunge Pepponi, al netto della sua, comprensibilissima, “enfasi da papà”.

Si attendono parecchi regali, insomma, per questo primo compleanno che la Fondazione festeggerà oggi prima con l’assemblea (ore 18) e poi con la cena di autofinanziamento dei soci, al relais Corte delle Terme, in strada Procoio. Domani, invece, si torna nella cornice naturale del festival, quella più squisitamente culturale, con una raffica d’incontri, prima alla chiesa di Sant’Egidio al Corso (dalle 15 ci saranno Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, alle 17 Marco Buticchi, alle 18.30 Silvia Avallone), e poi per il gran finale al teatro San Leonardo con Lella Costa.

Tutto rose e fiori, insomma? Per quanto riguarda i contenuti – che mezza Italia invidia e l’altra mezza loda – non si discute. Sulle prospettive, invece, il dibattito è aperto, e sicuramente si svilupperà anche oggi, nella sede dedicata. Pepponi non si sbilancia, né promette “colpi di scena o annunci clamorosi”. Piuttosto, preferisce fare un punto della situazione: “Abbiamo oltre cinquecento soci. E i privati sono stati fantastici, i viterbesi hanno fatto la loro parte e continuano a farla, non si può dir loro nulla. Applausi, semmai. Le istituzioni? Diciamo che hanno i loro tempi”. Dunque, non è cambiato nulla rispetto agli ultimi mesi, quando la Fondazione auspicava, caldeggiava, reclamava (a ragione, visti i risultati) maggiore attenzione da parte degli enti locali e non solo? Il presidente se la cava circumnavigando, con perizia da Magellano, il trabocchetto: “Diciamo che le amministrazioni hanno i loro tempi, la burocrazia e le dinamiche – spiega Pepponi – Di certo, vorremmo delle risposte dalla Regione, che con le sue facoltà potrebbe fare davvero molto, e anche da quelle associazioni di categoria che si sono dette interessate ai nostri progetti. Sono contatti importantissimi, per le attività che facciamo e per quelle che vogliamo iniziare a fare prossimamente. Abbiamo dei tavoli aperti, e dopotutto il senso della Fondazione è proprio questo: fare da interlocutore unico verso le entità pubbliche e quelle private”.

Insomma, per il momento non si parla di un trasloco di Caffeina, né a Pienza né altrove. Non è in agenda, stando così le cose. A patto che naturalmente, dalle istituzioni arrivino segnali di interesse concreto. E che ai segnali seguano i fatti, in una consecutio logica. Il presidente Pepponi riassume il quadro: “La Fondazione sta cercando delle risorse. Le ha trovate? No. Ma non avverte il deserto intorno a sé”. E’ già qualcosa, ma non basta, non può bastare.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Dopo gli anni delle vacche (e delle vaccate) grasse, quando Filippo da Trieste e la sua banda si mettevano in saccoccia decine di migliaia di euro (nostri) gentilmente offerti dal ministero della gioventù (regnante Giorgia Meloni e il suo consulente Mauretto Mense Rotelli), ora i kaffeinomani piangono miseria. Servono soldini? Allora rompessero i salvadanai di Filippo Rossi da Trieste e Andrea Baffo da Michelini (già da Marini), che sicuramente sono belli pingui.

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