28032024Headline:

Federico erediterà l’assessorato del padre

Antonio Fracassini

Antonio Fracassini

L’argomento è troppo doloroso e delicato anche soltanto per pensare di farci una polemica. L’argomento va registrato per quello che è: l’indicazione di un gruppo consigliare in Provincia – quello di Fratelli d’Italia – di nominare assessore Federico Fracassini, figlio di Antonio, assessore prima di lui e scomparso domenica scorsa dopo una rapida e spietata malattia. Lo stesso partito ha motivato la scelta con ragioni di “continuità politica e umana, al di là del cognome, visto che lo stesso Antonio avrebbe voluto che il testimone un domani venisse raccolto dal figlio”.
Ora il momento del passaggio è arrivato, per cause di forza maggiore, e va detto ad onor del vero che il nome del giovane Fracassini – non eletto alle ultime elezioni comunali sempre col movimento tricolore – era già circolato in occasione di uno degli ultimi mille rimpasti a palazzo Gentili. Lo stesso Federico, ad ascoltare Fdi, ha accettato l’investitura, e adesso toccherà soltanto al presidente Meroi ratificare il suo ingresso in Giunta, come assessore “esterno”, cioé non scelto tra i consiglieri.

Nessuna polemica dunque, ma solo una riflessione. Sul fatto che anche in politica sta purtroppo prendendo piede l’uso (o il malcostume?) dell’eredità degli incarichi. L’esempio, more solito, lo ha dato (o ha provato a darlo) il solito Silvio Berlusconi, proponendo di candidare a premier la figlia Marina, con l’unico obiettivo di poter mantenere il cognome sul simbolo del partito, come si fa in ogni dinastia che si rispetti . Fortuna ha voluto che la ragazza (o meglio, la donna), dimostrandosi più perspicace del padre, lo abbia stoppato subito, affermando che intende continuare a occuparsi delle aziende.

Che Federico Fracassini voglia seguire le orme del padre è lodevole. Ma forse avrebbe fatto bene a guadagnarsi l’incarico sul campo e non a riceverlo come eredità. Anche per non far scendere ancor di più l’appeal di un’ente – come la Provincia appunto – che si sta stancamente trascinando verso l’estinzione decisa dal Governo senza risparmiare ai cittadini, agli elettori, ai pagatori, spettacoli squallidi, ripicche, tranelli e traccheggiamenti. A partire dalla mancata elezione del presidente del Consiglio, carica vacante da luglio senza che la vergogna abbia neanche sfiorato qualcuno dei teatranti. Su questa riflessione è lecito credere che anche il buon Antonio sarebbe stato d’accordo.

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3   Commenti

  1. VivaCaffeina ha detto:

    Per la saga dei Delli Iaconi non mi pare vi siate scandalizzati allo stesso modo! Anzi, ricordo articoli celebrativi sul passaggio del testimone da padre a figlio, con l’aggravante – fortuna per loro – che sono entrambi vivi e interagiscono uno in rappresentanza delle
    Istituzioni e l’altro della principale associazione di aziende e imprenditori. Lì l’inopportunità e il conflitto d’interesse non li ha notati nessuno però.

  2. Giorgio Molino ha detto:

    Le poltrone sono cosa nostra, pensa la casta (anche) viterbicola, quindi non c’è niente di male nel passare il retribuito (da noi) laticlavio di padre in figlio. Quando scenderemo in piazza con i forconi e i bastoni contro questi signori sarà sempre troppo tardi.

  3. Giorgio Molino ha detto:

    Attenzione, VivaCaffeina, che Delli Iaconi senior è stato un grande finanziatore della sedicente manifestazione culturale da te tanto tripudiata persino nel nick…

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