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Francesco Serra: “Il Pd deve andare oltre”

Francesco Serra

Francesco Serra

“Andare oltre. Perché il vero obiettivo sono le primarie del prossimo 8 dicembre. Quel giorno si capirà quale sarà il vero futuro del partito. Tutto il resto è noia”. Francesco Serra, capogruppo del Pd in consiglio comunale e leader viterbese indiscusso dell’ala renziana, mette un punto fermo sul congresso provinciale appena terminato (anche se ci sarà l’appendice di domani, che consacrerà Andrea Egidi segretario provinciale) e guarda a quello che lui considera l’unico appuntamento decisivo: le primarie della Madonna (così ribattezzate proprio perché si celebrano l’8 dicembre) tra Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella. Nessuna polemica, nessuna spaccatura (compreso il voto della sezione di San Martino), ma un confronto dialettico che è ancora in fieri, ma che dovrà portare a conclusioni pragmatiche una volta che sarà finita la giostra del voto.

Allora Serra, a Viterbo i renziani hanno vinto o hanno perso?

“Io dico che si deve andare oltre – ripete, quasi fosse un mantra – giacché a mio avviso i congressi territoriali contano fino a un certo punto. Del resto, basta guardare i numeri: nei giorni scorsi hanno votato 2.700 persone in tutta la provincia, a fronte delle 4.000 che all’inizio dell’anno votarono solo a Viterbo città durante le primarie per stabilire il candidato a sindaco. Insomma, non mi sembra si possa dire che l’assemblea provinciale sia rappresentativa della base del partito. Serve solo a stabilire quali sono le oligarchie locali, ma il partito è un’altra cosa”.

E a San Martino cosa è accaduto?

“Io non darei troppa importanza alla cosa. E’ solo successo che, avendo vinto il Pd le elezioni al Comune di Viterbo, mi sembrava opportuno a livello cittadino rafforzare un rapporto unitario”.

Non tutti i renziani però l’hanno pensata così…

“E’ normale. Anche perché, lo ripeto per la centesima volta, non siamo una corrente. E può capitare che su certe scelte non ci si trovi tutti d’accordo. Ma questo non inficia la filosofia di fondo”.

Vabbé, ma a Viterbo – e molto probabilmente in tante altre federazioni provinciali – un Renzi eventuale vincitore delle primarie si troverà di fronte gente che forse remerà contro di lui…

“Io dico che, al di là delle opinioni, dovrebbe essere fondamentale il fatto che tutti apparteniamo allo stesso partito. Che poi possano esserci opinioni diverse è normale. L’importante è che poi si trovi la sintesi e che vengano messe all’angolo – quelle sì – le lobby di potere. Non è possibile, in un grande partito, avere un’ìdea unica. Questo anche Renzi l’ha capito superando l’idea di rottamazione, così come l’aveva esternata in passato”.

Sicuro?

“Dovrà essere così. Anche perché agli organi territoriali spetta soprattutto la proposta politica generale, ma tutto il resto è in mano agli amministratori, a tutti i livelli, e al popolo delle primarie. E se così non fosse, allora sì che si potrebbe andare alla rottura”.

Torniamo a Viterbo, dove ci sono i cosiddetti pezzi da novanta che non appoggiano certo Matteo Renzi…

“Da questo punto di vista non sono pessimista. Anzi, dico che questa potrebbe anche rivelarsi un’utilità per il partito locale e per il territorio”.

E il caos che sta succedendo in queste ore sul mercato delle tessere?

“E’ la solita battaglia di retroguardia che interessa soprattutto i candidati. Sono le solite schermaglie tra leader su fenomeni che ci sono sempre stati. Ma, ripeto, il verdetto vero lo daranno le primarie. E lì le tessere non conteranno”.

Ultima domanda: verrà Matteo Renzi a Viterbo per la campagna elettorale?

“E’ difficile. Ma ci stiamo provando”.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Al di là dell’urticante politichese, cosa vuol fare in concreto Serra per Viterbo?

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