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Il segreto del Cubo? Saper progettare

Italo Leali

Italo Leali

A Ronciglione si sono fatti un gran Cubo. Su questo non ci piove. Tre giorni di festival, il Cubo appunto (dal 6 all’8 dicembre), all’interno dei quali sono stati minuziosamente incastrati una cinquantina di eventi. Si spazia dalla musica alla fotografia. E ancora cinema, scultura, teatro, danza, pittura e perfino arazzo e ricamo. Non manca nulla. E soprattutto, non un solo dettaglio è caduto in mani sprovvedute. Sono tutti professionisti, e molti dei quali locali.

Costo totale dell’impresa? Tra i sette e gli ottomila euro. Un miracolo, si direbbe. “Noi preferiamo definirlo un miracolo culturale – ci scherza sopra il direttore tecnico Italo Leali – In realtà ci siamo resi conto che qui a Ronciò (Ronciglione, ndr) risiedono o passano tantissimi operatori. Nonché gente che ci campa di queste cose. Artisti veri. Abbiamo lanciato una folle proposta via social network e in meno di due settimane il programma era pronto. Ognuno si dedica al suo. Ognuno farà ciò che meglio sa fare. Ognuno si paga le sue spese. Così per coprire quelle generali sono bastati pochi sponsor più Comune, Provincia e Regione, che senza dubbio non abbiamo dissanguato”.

In sostanza questi ci stanno raccontando che basta alzare il telefono e pezzi da novanta come Covatta, Crepet, o Gatto rispondono presente. C’è qualcosa che non torna. “Ed invece è proprio così – prosegue Leali – il tam tam funziona. Eccome. Basta saper progettare. E basta saper proporre l’idea giusta. In sostanza, per fare le cose e per farle bene occorre competenza. Altrimenti si sarebbero spesi quasi 80 mila euro”.

Inevitabile quindi è il paragone con Caffeina. “Non siamo la brutta copia di nessuno – chiarisce sempre l’ideatore del Tuscia in jazz – Apprezziamo molto Caffeina, ci mancherebbe. Il loro però è un festival letterario. Il nostro culturale. Punto. Qui la musica è sullo stesso livello della fotografia, per intenderci”.

Alessandro Vettori

Alessandro Vettori

E quale potrà essere l’indotto per il territorio? “Siamo alla prima edizione – parla ancora Leali – tireremo le somme il nove. Penso solo però che la pagina Facebook gira a 35 mila visite la settimana. Che il videomessaggio Youtube dedicatoci da Mengoni ha un discreto numero di visualizzazioni. Che diverse strutture recettive sono già al completo. Che se solo vengono cento persone per ogni appuntamento partiamo da cinquemila presenze. Mica male”.

Il lato artistico del Cubo è nelle mani di Alessandro Vettori, artista affermato egli stesso. “Nasciamo per stimolare la curiosità. In modalità itinerante. La parola d’ordine è condivisione. La chiave del successo la credibilità. C’è molta qualità dentro, e anche un pizzico di azzardo”.

E parlando di cultura non poteva mancare la benedizione dell’assessore provinciale Giuseppe Fraticelli: “Questi hanno combinato una birichinata… Utilizzando in maniera intelligente le risorse che si hanno a disposizione ecco a cosa si arriva. È la filosofia più logica che si potesse sfruttare in un momento di crisi. Spero che vi prendano come esempio anche da fuori”.

Da evidenziare infine, tra le mille cose in programma (consultabili online), il progetto “Cuore jazz”, che proseguirà anche fuori Cubo. I migliori musicisti del jazz, appunto, impegnati per un concerto gratuito il cui ricavato andrà in beneficienza all’associazione “Cuore di mamma”. Saranno presenti e parte integrante inoltre anche l’Aid e da Milano “Quelliche… con Luca”.

 

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Filippo Rossi da Trieste il cubo l’ha fatto a spese dei cittadini di Viterbo, della Tuscia e del Lazio.

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