19042024Headline:

Congresso Pd, in nome di Beppe re

Fioroni-Michelini:binomio vincente

Fioroni-Michelini:binomio vincente

Dunque, Fioroni ha vinto. Viva Fioroni. Anzi, ha stravinto. Risolvendo nella Tuscia almeno uno dei problemi storici che attanagliano il Pd da quando è nato: quello delle correnti e dei tanti galli a cantare. Che purtroppo a Roma (e nel resto d’Italia) sono ancora vivi e vegeti. Ma a Viterbo no. Perché ormai la troika Fioroni-Parroncini-Sposetti non esiste più. A Viterbo c’è solo Fioroni. E ormai nel Pd viterbese non si muoverà più foglia che Beppe non voglia.

Il problema però che adesso la base si pone (o dovrebbe porsi) è semmai un altro. Perché se nella Tuscia può andar bene quel che finisce bene, gli interrogativi a questo punto riguardano le scelte di Re Fioroni sul partito nazionale e se le sue truppe cammellate saranno disposte a seguirlo fino in fondo.

Già, perché a Viterbo Beppe/Peppe è stato capace di inventare e portare a compimento un’operazione capace di far riconquistare al centrosinistra palazzo dei Priori dopo 18 anni di digiuno. E come c’è riuscito? Semplice. Togliendo voti al centrodestra, che a Viterbo è maggioritario. E lo ha fatto candidando a sindaco un democristiano doc di lungo corso e infarcendo le liste di candidati provenienti dal centrodestra. Un’iniziativa spregiudicata, si potrebbe argomentare, ma che ha portato i suoi frutti, perché ha tolto voti a quelli che prima l’avevano a occhi chiusi. Guarda un po’, un’operazione dal sapore vagamente renziano (anche se a Beppe/Peppe la citazione farà venire subito l’orticaria).

Ma se a Viterbo spira lo scirocco, a Roma è tramontana. E ciò che può andar bene all’ombra della Pallanzana è considerato deprecabile altrove. Ora bisognerà capire se i piddini viterbesi intenderanno giocarsi l’unica carta seria che il Pd ha per essere un partito vero; per far rinascere quel feeling con i cittadini ormai ai minimi termini; per riconquistare palazzo Chigi senza larghe intese (che si stanno dimostrando disastrose); e per mettere sul piatto concretamente tutte quelle riforme di cui lo Stato ha un urgente bisogno. Oppure se vorranno perseverare nell’errore, riproponendo lo schema che ha portato Bersani alla vittoria nelle primarie (per merito dell’apparato) e alla sconfitta nelle politiche (per volontà del popolo); alla figuraccia in streaming coi grillini; alla vergognosa conversione a U durante le votazioni per il presidente della Repubblica che ha politicamente ucciso prima Marini e poi Prodi; alla continuazione del d’alemismo attraverso i d’alemini di ultima generazione (leggi: Cuperlo).

Beppe Fioroni a Viterbo sarà forse proposto all’Unesco come patrimonio dell’umanità (insieme alla Macchina di Santa.Rosa); ma nel panorama nazionale forse è bene che rifletta a fondo. Perché non induca i suoi fans a ripetere la cazzata (il lettore mi scusi, ma non ho trovato un termine alternativo altrettanto efficace) dello scorso anno, con l’appoggio a Bersani.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Evviva Peppe Bucìa, i suoi fan e tutte le loro cazzate!

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