Dice che per benedire qualcosa occorre dell’acqua. Ieri ce n’era abbastanza. Fin troppa. E sotto il diluvio (non quello universale, ma quasi) si è verificato l’evento nell’evento. Teatro, la chiesa di Santa Maria Nuova.
In primis si è fatto il varo (metaforico) del nuovo furgoncino donato alla Caritas. “Un mezzo che ci permetterà di mandare in pensione il vecchio – dicono quelli dell’organizzazione – e col quale potremo raggiungere comodamente tutti i punti nei quali ogni giorno raccogliamo cibo. Grazie ai Rotary, che ce lo hanno regalato”.
Via gli ombrelli. Tutti dentro la basilica. Don Mario e don Angelo al microfono. “Siamo commossi – parla il duo in black – e un ringraziamento va alla Banca di Viterbo, alle autorità, e su tutti ai Rotary. Che in pochissimo tempo hanno avviato un progetto incredibile”.
Si ma di cosa si parla? L’esclusivo club con sede nel borgo papale prosegue nel suo impegno in “Viterbo città d’arte”. Stavolta la missione da compiere è quella di restaurare due dipinti murali delle cappelle Monaldeschi e Aldobrandini. In precedenza lo era stato il Pulpito di San Tommaso d’Aquino. “Abbiamo prospettato l’idea alla Banca di Viterbo e subito ci hanno detto di sì. Finanzieranno l’opera – confessa il presidente del distretto 2080 Mario Moscatelli – Siamo qui per le esigenze della comunità, occorre ridurre le cosiddette aree di bisogno. Spero in futuro ci seguiranno altre associazioni. Mi rende orgoglioso confessare che in pochi mesi abbiamo avviato il tutto, e in altrettanti lo chiuderemo. Burocrazia veloce, una volta tanto. Merito anche dell’Università, che ci ha fornito materiale e attrezzature per l’indagine”.
È stata poi la volta di Emanuele Joppolo, che tramite Art. Novae si occuperà del restauro. Il figlio del noto artista Roberto ha illustrato con sapienza le opere, trascinando i presenti in un viaggio culturale rapido ma efficacissimo (altro che Sgarbi). Dopo di lui Luigi Manganiello: “Era una necessità – queste le parole del primo volto del Credito Cooperativo – e noi ci siamo immediatamente mossi. Non ci spetta di dovere, lo sappiamo bene, ma siamo l’unico ente locale del settore, e vogliamo dare un esempio. Che ci vengano dietro altri ora, istituzioni comprese”.
E la frecciatina stoccata si dirige in picchiata verso il sindaco Leonardo Michelini. Assente giustificato. A farne le veci l’assessore Raffaella Saraconi. “I miei complimenti – chiarisce e si smarca – due iniziative pregevoli. Ancor più quand’è così, che ci si avvale di personale del posto. Un doppio bravi”.
Don Mario Brizi torna poi ai doverosi appelli, quelli che la domenica a fine messa fanno il vuoto tra le panche: “Le chiese del centro soffrono. Poche persone e troppe spese per andare avanti”. Segue a ruota il Vescovo Lino Fumagalli: “Occorro sinergia. Le cose funzionano quando c’è amore. E questa città ha bisogno dell’amore di tutti per poter recuperare, conservare e rendere fruibili ai futuri passanti quanto di buono ci ha lasciato il passato”.
L’appuntamento per l’inaugurazione ufficiale è previsto quindi tra massimo centocinquanta giorni. Una periodo perfetto. Se non altro perché sulla carta non dovrebbe piovere.
Qualche soldarello per restaurare il cervello dell’ottuso superassessore Barelli non si trova?
Dai che magari se troviamo un chirurgo compiacente gli chiediamo pure di mettere mano al tuo di cervellino, che in quanto ad ottusità a radianti sta intorno a 5/6 π
Capisco che non voglia parlare del suo di cervello, per totale mancanza dell’oggetto.
Guarda stavo proprio per scriverlo, qualcosa del tipo “inutile parlare del mio di cervello che ormai è oltre ogni speranza”, ma ho pensato “ma vuoi che Giorgio dia questa risposta degna di un bambino delle elementari?”. Giorgio potevi fare di meglio stavolta…
Esimio Sior professore, più scrive e più ci sembra il classico compagno di classe delle medie – avrà senz’altro ben presente questa tipologia umana molto diffusa – che a forza di fare lo spiritoso, il brillante, il fine dicitore di facezie, il fenomeno di questo e di quello, si trasforma inesorabilmente in un tragico coglione. Ci rifletta un po’ e vedrà che ci darà ragione.
il terzo….
Confermatissimo: lei è un tragico coglione.