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Dovevano sostenere insieme Cuperlo: si è visto

Il segretario dell'Unione comunale del Pd Stefano Calcagnini

Il segretario dell’Unione comunale del Pd Stefano Calcagnini

Non c’ niente da fare: questi non vanno più d’accordo neanche il giorno dopo le Primarie, figuriamoci prima. Dopo l’asfaltata che Matteo Renzi ha dato un po’ a tutti, in Italia e anche a Viterbo, qui nella Tuscia si apre l’analisi del voto. E i Grandi Sconfitti delle urne, quelli che sostenevano – o dicevano di sostenere – Gianni Cuperlo, hanno danno due versioni diverse di un’unica débacle.
Partiamo coi popolari, che da queste parti (e non solo da queste parti) hanno in Giuseppe Fioroni il loro campione. Ha detto il segretario dell’unione comunale, Stefano Calcagnini, che non avendo loro trovato un rappresentante moderato tra i tre sul menù, si sono ritrovati senza punti di riferimento e in molti di loro, alla fine, ha fatto breccia Renzi. “E’ la dimostrazione che senza di noi il Pd a Viterbo non si può governare, perché Viterbo è moderata”. Bene, ma appena giovedì, la stessa componente fioroniana, aveva convocato una conferenza stampa per ribadire l’appoggio a Cuperlo “seppure in disaccordo con altri della mozione, perché scivolati troppo a sinistra. Questa è l’indicazione che diamo, perché il nostro percorso è lineare e manteniamo l’impegno”. Infatti. A Viterbo città, la città “moderata”, è successo che Cuperlo sia arrivato persino terzo, cioè ultimo. Qualcosa non torna. Numeri alla mano, qualcuno avrà sì votato Cuperlo come da promesse, ma il grosso si è buttato per Renzi, oppure – disertando le urne o votandolo direttamente – avrà agevolato il clamoroso (e per qualcuno umiliante) secondo posto di Civati.
Dal canto suo, l’altra faccia della medaglia, incassa il colpo: “Il sorpasso di Civati su Cuperlo? Non è successo solo a Viterbo città, ma di certo è un dato che va analizzato in profondità, così come va analizzato bene cosa è successo domenica nel complesso”, dice il segretario provinciale del Pd, Andrea Egidi. Il quale ha un punto d’osservazione molto particolare sulla piega che hanno preso gli eventi. Giusto tre settimane fa infatti, Egidi era stato rieletto alla segreteria col 74 per cento delle preferenze, frutto virtuoso di un accordo tra la sua ala (con Panunzi e l’ombra del senatore Sposetti) e appunto i fioroniani. Ora quell’accordo è saltato, e si sono viste le conseguenze dai risultati delle urne. Per Egidi, però, la spiegazione è molto più semplice di quella di Calcagnini: “La verità è che la gente è stanca delle correnti e dei tatticismi. Non è andata a votare seguendo gli ordini di questa o quella scuderia, ma per votare Matteo Renzi. E’ un dato assodato in tutta Italia, solo qui si cercano di dare giustificazioni locali: eppure erano elezioni nazionali, mica per la Provincia o per il Comune di Viterbo. E lo dico da uno che non ha certo sostenuto il sindaco di Firenze, anzi, e che nel rispetto dei ruoli e del partito continuerà a fare la sua battaglia, da sinistra”.
Per Egidi, dunque, bisogna andare oltre le divisioni in casa, gli equilibri sottilissimi che hanno governato (spesso fallendo) il Pd viterbese fin’ora. “Lo avevo detto anche nella prima fase della stagione congressuale, tanto è vero che nella segreteria che annuncerò nei prossimi giorni troveranno spazio anche i volti nuovi e le figure, spesso giovani, che hanno animato questo periodo”.
I popolari, invece, ribadiscono la loro centralità – di nome e di fatto – nel partito, almeno a livello locale ma anche a livello nazionale. Già prima del voto avevano prodotto un documento – sottoscritto da oltre mille amministratori locali – che impegnava il Pd a non cambiare rotta, a non iscriversi al Partito socialista europeo e a considerare paritaria anche la storia, i valori e le esigenze della parte moderata. Che Renzi la tenga in considerazione è probabile, se invece scenderà a patti con gli esponenti storici (a partire dallo stesso Fioroni), be’, questo è tutto da vedere nelle prossime puntate. Anche perché, con all’orizzonte una riedizione di un Correntone rosso – ma di minoranza, stavolta – come ipotizzava ieri il Corriere della Sera, gli spazi per gli ex margheritini potrebbero restringersi sensibilmente. Salvo sorprese.

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2   Commenti

  1. Roberto Bandini ha detto:

    Egidi è molto più vicino alla realtà, diversamente da Calcagnini che dimostra di non capire.
    vorrei chiedre a Calcagnini come mai l’altra volta vinse Bersani, che non è un espressione dei moderati, anche con il voto dei moderati.
    Calcagnini vuole fare il furbo accaparrandosi il voto dato a Renzi.
    a paraculoooo!!!

  2. Giorgio Molino ha detto:

    Una risata seppellirà questi piccoli uomini che si affannano a salire sul carro (peraltro affollatissimo) del vincitore.

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