23042024Headline:

Il Cubo trasforma Ronciglione

Giobbe Covatta

Giobbe Covatta

Il Cubo apre in grande stile. Senza sfarzi e senza cravatte. Senza bloccare il traffico e senza tagliare nessun nastro. Semplicemente invitando i bambini dell’istituto Virgili all’interno del teatro Petrolini. Ad attenderli c’è la preside Laura Pace Bonelli, che schiettamente li invita a comportarsi al meglio. Tocca poi al direttore tecnico del festival, Italo Leali, impugnare il microfono e inaugurare questa tre giorni di full immersion ronciglionese. “Benvenuti – dice sorridendo ai presenti – Abbiamo lavorato molto, soprattutto per voi che siete il futuro. Era quindi giusto che voi foste anche il debutto. Ronciglione nel tempo ha perso tanto, troppo. Spero che da grandi siate fieri di poter far parte di una città che grazie a iniziative come questa si è ripresa quanto lasciato per strada. Divertitevi e partecipate”.

Applauso generale, col vicesindaco Mario (e non Marco) Mengoni in rappresentanza delle autorità. Poi subito parola al regista Roberto Torelli. Che illustra la successiva proiezione del film (una trentina di cortometraggi in sequenza) “All human rights for all”, sguardi del cinema italiano sui diritti umani. E finalmente è il turno del pezzo forte: occhiali rossi e barba sale e pepe, sul palco arriva a commentare con ironia la pellicola Giobbe Covatta. “Ho girato mezzo mondo – annuncia col suo fare eclettico, chiedendo una sedia al pubblico – e posso confermare che voi, essendo nati qua, avete un gran culo. Vi stiamo restituendo un pianeta che abbiamo maltrattato. Abbiatene cura più di quanta ne abbiamo avuta noi. Vado a mangiarmi una cosa al ristorante. Mi raccomando, tornate a scuola e studiatevi la carta dei diritti. Ricordatevi infine che siete fortunati, l’istruzione è appunto un diritto, non un dovere e nemmeno un privilegio”.

Mario Mengoni e Italo Leali

Mario Mengoni e Italo Leali

Queste semplici parole forse riassumono l’essenza del Cubo. Il fine ultimo degli organizzatori non è certo quello di istruire (troppo ambizioso), ma senza dubbio quello di creare curiosità attorno alle eccellenze del posto. Basta infatti farsi un giro per scoprire che mentre gli eventi procedono l’uno dopo l’altro, all’interno del centro storico aprono a catena botteghe, cantine, castelli, spazi di ogni natura. E dentro ci si trova qualsiasi forma d’arte possibile. Dal ricamo alla pittura, passando per la musica, il cinema, la scultura. In un percorso che agli occhi dei curiosi pare quasi naturale, come fosse lì da sempre. Come se il patrimonio spentosi nel corso degli anni riaffiori con delicata spontaneità. Con la promessa che da lunedì non tornerà il deserto, ma crescerà nuova linfa.

Tre istallazioni nel centro storico

Tre istallazioni nel centro storico

E si andrà avanti fino a domenica sera. Con punte di diamante quali il concerto “Cuore jazz” o le performance di Alessandro Vettori (direttore artistico), Paolo Crepet, Martina Pinto, Roberto Gatto e chi più ne ha più ne metta.

Il Cubo insomma ha spiccato il volo. Qualche linguaccia giurerebbe sulla falsa riga di Caffeina. Per i promotori invece “è una amalgama di eventi culturali, costati pochissimo perché realizzati in cooperazione. Non un festival di letteratura”. Le differenze le tirerà fuori il tempo,  se opportuno, per ora non rimane altro da fare che godersi le circostanze.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Mentre a Ronciglione si ride con Giobbe Covatta, a Viterbo la nauseabonda kaffeina ci propina un natale di kakka.

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