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Muller, prove di avvicinamento a Viterbo

Marco Muller, Leonardo Michelini e Mauro Morucci

Marco Muller, Leonardo Michelini e Mauro Morucci

Al grido di “se non puoi ammazzarli fatteli amici” parte una rarissima collaborazione tra Viterbo e Roma. Una volta tanto infatti la città papale non vivrà alla penombra dei colli capitolini, bensì sfrutterà i numeri e le molteplici possibilità (non in ultimo economiche) della zona Marino, al fine di risplendere di luce riflessa.

In ballo c’è parecchia ciccia. Che va al di là della semplice giornata di sabato prossimo (14 dicembre). Il Festival del Cinema di Roma infatti, per un decina d’ore si trasferirà dietro piazza delle Erbe. Abbracciando la folla (prevista) in una maratonina su pellicola che attacca alle 18 con “Fuoristrada” di Elisa Amoruso, e si conclude con apericena più “Il venditore di medicine” di Antonio Morabito. Ambedue le proiezioni saranno seguite da incontri e chiacchiere con registi e cast. Alla seconda prendono parte attori come Santamaria, Isabella Ferrari, Travaglio (sì, quello polemico), la Ciri e altri più o meno noti.

Come detto però la faccenda non si conclude così. Anzi, il bello viene prima e dopo. Alle 17 infatti si inaugurerà la nascita del Cineclub. Senza architetti e senza berretti gialli da cantiere verranno illustrati i lavori fatti al cinema Genio. “Patrimonio di Viterbo che deve tramutarsi in un polo culturale a 360 gradi – dice l’ideatore del pacchetto Mauro Morucci, già a capo del Tuscia Film Fest – Si intende digitalizzare la struttura, sistemare il riscaldamento, una tinteggiata sostanziosa, e qualche ritocco per trasformarla all’occorrenza in sala conferenze o simili”.

A schermo buio invece verrà ufficializzata la collaborazione tra le due realtà di cui sopra, che prenderà piede con l’inserimento di Doc (rassegna proveniente sempre da Roma) all’interno di “A scuola di cinema” del Tff. E a gennaio si replica, ancora al Genio, ma pure in provincia.

Se non bastasse inoltre, e per rimanere in tema, il gatto e la volpe Delli Iaconi – Barelli stanno tentando di “incastrare” Marco Müller. Che non è uno che produce vini, bensì il direttore artistico del Festival internazionale di Roma, nonché viterbese acquisito. “E’ un grande promotore – lo corteggia così l’assessore Delli Iaconi – e ci fa piacere averlo  tra noi. Gli tendiamo la mano. Rimaniamo disponibili a concedergli una sede fissa”. “Queste sono le idee che ci piacciono e che premiamo – replica il pariruolo Barelli – Spingiamo inoltre per la riapertura delle sale e anche per quella dell’Unione”. E Müller, che sciocco senza dubbio non è, si smarca con signorilità: “Ringrazio per l’invito – chiosa – ma intanto partiamo. Attendiamo poi la nuova legge regionale. Sono molto legato al territorio. Perché no…”.

E dopo mille scambi di cortesie ritocca a Barelli che ricorda come “anche questa manifestazione ci permetterà di andare incontro alla candidatura per ‘Viterbo città della cultura 2014’”. Una proposta che ormai è per l’assessore un pallino fisso, vuoi anche per l’entusiasmo della targhetta Unesco appena messa in tasca, nella speranza però che il tutto non finisca in un film tragicomico alla Fantozzi. Si vedrà.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    L’ottuso superassessore Barelli se non dice la sua cazzata giornaliera non è contento.

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