19042024Headline:

I rifiuti romani finivano a Monterazzano

La lettera del commissario Sottile al sindaco Michelini

La lettera del commissario Sottile al sindaco Michelini

Cosa vuol dire “abbancamento”? No, non è un gioco d’azzardo che si fa nei bar calabresi, né un corteggiamento manesco nei confronti di una bella ragazza. Un aiutino: parliamo di rifiuti. Dicesi “abbancamento”: mettere sui banchi, e dunque ordinare. Ora: che differenza passa tra smaltimento e abbancamento? Per il sindaco Michelini parecchia, per l’opposizione molta meno e anche i cittadini c’è da scommetterci, avrebbero qualcosa da ridire. Se solo sapessero che per i mesi di ottobre e novembre i rifiuti di Roma sono stati “abbancati” nella discarica di Monterazzano, Viterbo, nella verde terra di Tuscia che già fa una fatica boia a smaltire la sua, di monnezza. La rivelazione è clamorosa, ed è venuta fuori ieri in consiglio comunale, con l’interrogazione della consigliera Chiara Frontini (Viterbo 2020) sostenuta da gran parte dell’opposizione. Lanciata la bomba, ne è nato un dibattito in punta di dizionario, che ha chiarito poco o nulla (chiedere all’accademia della Crusca, no?) e che lascia in sospeso parecchi dubbi sulla gestione della faccenda dei rifiuti da parte di palazzo dei Priori. Riepiloghiamo. La faccenda risale ai primi di dicembre, quando la Provincia denuncia di aver scoperto delle irregolarità nel conferimento dell’immondizia negli impianti viterbesi: i rifiuti romani, dopo essere stati trattati come da accordi a Casale Bussi (per il Tmb, altra sigla inquietante che vuol dire “trattamento meccanico biologico”) invece di riprendere la via della capitale e delle discariche romane, venivano portati a Monterazzano, contravvenendo ai patti. Prima l’assessore Saraconi e poi il sindaco Michelini – con un comunicato del 3 dicembre, quando il primo cittadino era a Baku per il riconoscimento dell’Unesco su Santa Rosa – dicevano di essere all’oscuro di tutto. E che avrebbero cercato di saperne qualcosa di più. Ieri lo scoop della Frontini, che rischia di mettere a rischio la versione del Comune: “Abbiamo questa lettera, e ottenerla mediante l’accesso agli atti non è stato facile perché ci abbiamo impiegato quasi un mese rispetto ai cinque giorni previsti. Eccola, è datata 26 settembre per la segreteria del sindaco e protocollata dall’ufficio Lavori pubblici il 30 dello stesso mese. Il commissario straordinario per i rifiuti Goffredo Sottile, chiede al sindaco ‘come da accordi telefonici’ di poter abbancare i rifiuti romani già trattati negli impianti viterbesi a Monterazzano, per il mese di ottobre”. E già qui ci sarebbe da farsi delle domande di quelle importanti. Ma la Frontini, che ha la palla di servizio, vuole piazzare un altro ace: “Questi rifiuti effettivamente sono stati a Monterazzano per ottobre e novembre, mentre lei sindaco e il suo assessore avete sempre dichiarato alla stampa di non saperne niente. La documentazione afferma il contrario: eravate informati. E anche se il Comune non ha responsabilità sulla gestione dei rifiuti (è della Provincia, ndr), voi avete sicuramente la responsabilità politica di non aver detto quello che stava accadendo. Mi aspetto a questo punto una conseguenza a livello politico”. Magari le dimissioni dell’assessore Saraconi? Michelini s’arrabbia: “Un conto è il Tmb, un conto è lo smaltimento, sono due cose diverse. Se lei accomuna le due cose crea un equivoco, si studi bene i termini. E comunque il prefetto Sottile può fare questa scelta anche a mia insaputa, essendo un commissario straordinario e avendo pieni poteri in materia”. Interviene anche Saraconi, che spiega: “L’abbancamento è tutta un’altra cosa rispetto allo smaltimento. Il Tmb era stato regolarmente autorizzato, lo smaltimento no, e non ne sapevamo assolutamente nulla”.

Chiara Frontini

Chiara Frontini

E la Frontini: “Abbancamento significa stoccaggio dei rifiuti presso la discarica. E a quanto ci risulta dai documenti questa pratica ha contribuito a mettere in pericolo la capienza stessa di Monterazzano. Quindi la cosa ha inciso”. Al di là delle più o meno dotte disquisizioni semantiche, che lasciano il tempo che trovano e che all’uomo della strada suggeriscono la risposta “parla come magni”, di certo palazzo dei Priori avrebbe potuto (e dovuto?) informare già a dicembre i viterbesi. Dicendo loro che i rifiuti romani sono stati effettivamente “abbancati” a Monterazzano, a due passi dalla città, per un mese o forse due. Per una questione di trasparenza e per evitare insinuazioni maliziose. Che non l’abbia fatto, e che abbia preferito tacere e negare solo lo smaltimento, sembra tanto una scorciatoia furbetta. Sembra. E non cambia certo il risultato finale: i rifiuti di Roma sono finiti a Viterbo, con il placet del Comune. Abbancati, abbancatissimi.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Questa faccenda della monnezza puzza un po’ troppo. Sopratutto politicamente.

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