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Vincenzo Peparello: “Saranno un altro flop”

Vincenzo Peparello

Vincenzo Peparello

Un tempo al 31 di dicembre i giochi erano belli che fatti. Il commerciante se ne tornava a casa col gruzzolo, stappava la sua bottiglia, e la pratica dei saldi era semplicemente finalizzata (nonché ideata) per smaltire ciò che era in avanzo. La merce invenduta che, in parole povere, sarebbe risultata di peso l’anno successivo. Oggi la faccenda s’è rovesciata. Si attendono i saldi per tentare l’affare (sponda clienti) o per recuperare qualcosina in termini economici (vista dalla prospettiva del venditore).

Detto ciò, “Come si può pensare di risolvere i problemi della crisi coi saldi? – chiarisce subito Vincenzo Peparello per Confesercenti – Saranno un flop, come quelli estivi del resto. La spesa media si aggirerà intorno alle 155 euro per nucleo familiare. Non andando troppo indietro nel tempo possiamo tranquillamente dire che è scesa di cinquanta punti percentuali”.

Un dato provinciale perfettamente in linea con quello nazionale. che senza dubbio preoccupa in ottica futura, e non solo, crea anche psicosi in chi invece le 10 euro in più se le potrebbe permettere. “Occorre ridare potere di acquisto ai salari – prosegue – l’inflazione reale è quella percepita, siamo sul 20%. Esattamente identica al calo dei consumi. Sono considerazioni che facciamo da anni, ma nessuno ci sta a sentire. Ormai le conoscono anche i bambini, fermo restando che poi in politica si prendono sistematicamente decisioni che vanno in senso opposto. Il 2014 sarà l’ennesimo anno di speranza. E guai quando ci dicono che determinati settori sono in aumento o stabili. Non conta il boom dell’uscita di un cellulare piuttosto che il ristorante pieno a Pasqua. Guardiamo i fatturati. E consideriamo le tasse pesantissime”.

Ma tornando alle spese di queste giorni, Confesercenti traccia una miniguida mirata all’acquisto intelligente. “I saldi vanno protetti – chiude Peparello – Quindi verifichiamo che si tratti effettivamente di rimanenze. Roba da magazzino. E non un camion di capi di bassa qualità esposti per l’occasione. Rivolgiamoci poi ai negozianti di fiducia. Senza tentare avventure laddove non si ha un rapporto diretto con l’esercente. Spingiamo infine sull’avere un calendario unico. Occorre partire tutti lo stesso giorno. Se ad esempio la Toscana o l’Umbria iniziano prima di noi, terra di mezzo tra tre regioni, perdiamo tantissimo”.

 

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Portasse sfiga ‘sto Peparello…

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