Il 1 dicembre 2013, come ogni anno, è trascorsa la giornata mondiale dell’Aids nel silenzio generale. Forse la lebbra degli anni duemila non fa più paura? Forse meglio non rovistare nello sporco e forse dovrei disinteressarmene anche io. Ma qualcuno (o qualcosa) mi ha spinto a riprendere questo tema scottante.
Chi consiglia la prevenzione profilattica, chi raccomanda l’astinenza, chi propugna il lasciar fare alla natura, chi denuncia che questa malattia è stata inventata in laboratorio dai soliti dottor Stranamore. E chi invece descrive l’immunodeficienza come una male della psiche od una disfunzione dovuta a squilibri ecologico ambientali.
L’Aids è stato anche a Calcata un flagello non da poco, infatti è proprio lì, in mezzo agli artisti ed agli alternativi, che vi sono stati i primi casi italiani conclamati di Aids e diverse persone sono morte a causa di ciò. Forse è questo che mi spinge a parlarne. D’altronde ricordo che parecchi anni fa quando ci fu il primo morto calcatese (Simone), scrissi una lettera ad Eugenio Scalari, che allora dirigeva Repubblica, e lui la pubblicò su Venerdì integralmente, era intitolata “Aids, la lebbra del 2000”. In essa denunciavo l’inaccuratezza e la incapacità di affrontare questo problema da parte della medicina ufficiale. Ancora sono di quell’opinione, ovvero che l’Aids è come la lebbra in parecchi suoi risvolti, ed oggi riporto qui alcuni pareri di medici importanti, non scalzacani, che descrivono il problema di questo male come un problema di “società” oltre che medico-farmaceutico.
Inizio parlando di Luc Montagnier, che è lo scienziato che, nel 1983, ha dichiarato di aver scoperto il retrovirus HIV, ritenuto essere responsabile della sindrome Aids. Per tale motivo gli è stato assegnato nel 2008 il premio Nobel per la medicina. Nel corso di questi venticinque anni la sua scoperta è stata ampliamente contestata da numerosi altri scienziati tra i quali Peter Duesberg, il massimo virologo esistente, autore del libro “Aids: il virus inventato”, Kary Mullis, premio Nobel 1993, Papadopulos. Turner, Papadimitriou, scienziati australianì, Heinz Ranger, premio Koch nel 1978, Alfred Hassig, professore di immunologia all’università di Berna, De Marchi e Franchi autori del libro “Aids la grande truffa” e tanti altri tra i quali spicca Stefan Lanka. Lanka venne accusato di 14 omicidi e di cinquecento tentati omicidi per aver affermato che, non essendo riuscito ad isolare il retrovirus Hiv, dichiarava ufficialmente errate le scoperte di Montagnier. Subì un processo penale ma fu assolto perché non si trovò alcun scienziato disposto a giurare di aver isolato tale retrovirus (sentenza del Tribunale di Gottingen del 24/2/97). Naturalmente i media non ne hanno mai fatto menzione.
Nel frattempo Montagnier ha però riscontrato che sempre più persone, pur avendo avuto diagnostica di sieropositività , non hanno sviluppato la sindrome dell’Aids e, pertanto, afferma: “…..alcuni individui si infettano (Hiv) ma non sviluppano la malattia (dell’aids) e mantengono spontaneamente sotto controllo la replicazione del virus: Questi individui vengono chiamati èlite proprio perché il loro sistema immunitario ha trovato il sistema giusto per bloccare il virus. La nostra speranza sta nello studio di questi individui” (pag. 9 Nova “Il sole24 ore” – 11 dicembre 2008). E ancora:“…..test genetici possono rilevare fattori ossidativi………..lo stress ossidativo può creare una mutazione del Dna ed è sovente correlato anche allo stress psicologico…………Mens sana in corpore sano ……bisogna convincere medici e politici…..) (trasmissione televisiva “Che tempo che fa” Rai 3 – 1 febbraio 2009). Da Wikipedia: ““L’aids non porta necessariamente alla morte, specialmente se si eliminano i co-fattori che supportano la malattia. E’ molto importante dare a questi co-fattori lo stesso peso che diamo all’HIV: i fattori psicologici sono di vitale importanza per sostenere il sistema immunitario. E se si elimina questo sostegno, dicendo a chi è malato che è condannato a morire, basteranno queste parole a condannarlo”.
Si può ascoltare in internet you tube una breve (1 minuto) ma incisiva intervista a Montagnier dal titolo: Nobel Laureate Montagnier, HIV Can be cleared naturally House of numbers, che traduciamo:
Montagnier: “Possiamo essere esposti all’Hiv molte volte senza essere cronologicamente infettati. Il nostro sistema immunitario può far fronte al virus entro poche settimane se si ha un buon sistema immunitario”.
Domanda: se si ha un buon sistema immunitario non c’è pericolo di ammalarsi?
Risposta di Montagnier: “Si”.
Domanda: anche gli africani se hanno un buon sistema immunitario possono evitare il contagio?
Risposta di Montagnier: “Sì, lo penso. E’ una conoscenza importante che è completamente trascurata. La gente pensa sempre a droghe o vaccini”.
Domanda. Succede per denaro?
Risposta di Montagnier: Sì, è per profitto.