19042024Headline:

La giunta tecnica per salvare la faccia

Marcello Meroi

Marcello Meroi

Amareggiato. Rassegnato. Deluso. Ma diplomatico. Molto diplomatico. Del resto Marcello Meroi, nel corso della sua lunga carriera politica, un certo aplomb l’ha sempre mantenuto. Certo, il suo passato nel Fronte della Gioventù e nel Msi di Almirantiana memoria farebbe venir voglia di andare a scoprire – negli anni ruggenti, quando destra e sinistra se le davano di santa ragione – se qualche malefatta giovanile l’abbia commessa. Ma è pur vero che, divenuto a soli 37 anni uomo della istituzioni (correva l’anno 1995 quando fu eletto primo sindaco viterbese della seconda repubblica), si è subito calato totalmente in quel ruolo, cercando spesso e volentieri il dialogo con alleati ed avversari, tanto da conquistarsi sul campo il titolo di “ecumenico” (e l’appellativo di “democristiano travestito da uomo di destra” da parte di qualcuno in vena di una qualche ironia).

E quel suo aplomb l’ha mantenuto anche ieri mattina, quando ha dovuto annunciare – dopo una trattativa con la sua maggioranza tirata fin troppo per le lunghe – la sconfitta della politica. Lui ha detto anche la sua personale, ma gli va riconosciuto il merito di essere stato l’unico ad aver tenuto aperti entrambi gli occhi di fronte a tanti ciechi che non sono riusciti non solo a vedere la luna, ma nemmeno il dito piazzato a pochi centimetri dal proprio volto.

E’ stato diplomatico Meroi, perché ha evitato di affondare il coltello nella piaga, limitandosi a constatare che non è riuscito a trovare quella sintesi tra i partiti di maggioranza (Udc, Fratelli d’Italia e Nuovo Centrodestra) da lui auspicata fino alla noia, affermando altresì che la Provincia ha comunque fatto un buon lavoro e ringraziando la sua squadra dell’esecutivo che lo ha supportato in questi anni. Ma altre sono le parole che il presidente avrebbe voluto pronunciare (e il processo alle intenzioni, in questo caso, è quanto mai facile). Avrebbe voluto dire di essersi trovato di fronte a una manica di cialtroni (in senso politico, s’intende); di aver avuto a che fare con gente che pensa solo alla spartizione delle poltrone e che non si rende conto del resto; di aver dovuto discutere con persone che non hanno ancora compreso quale sia la realtà al di fuori dei palazzi e che se la politica – anzi, questa politica – viene oggi dileggiata, derisa, insultata e perfino vilipesa dai cittadini, la responsabilità è anche di chi ritiene di non dover rendere conto a coloro che lo hanno eletto.

Questo avrebbe voluto dire Meroi. Ma ancora una volta l’uomo non si è smentito. E così, dopo le parole di rito, ha annunciato la giunta tecnica, composta da Carlo De Angelis (vice presidente con delega alle strade e alla mobilità), Mauro Arena (pubblica istruzione), Cesare Costa (ambiente) e Giuseppe D’Angelo (lavoro e formazione). Lui, il presidente, terrà per sé la delega al bilancio. Una giunta che dovrà lavorare su un programma ben preciso e già delineato: la strade e l’edilizia scolastica, la questione dei rifiuti e il lavoro.

Un programma tutt’altro che minimale, sul quale però Meroi dovrà trovarsi i voti. E al momento – per ironia della sorte – quelli più sicuri sono quelli del Pd. Chissà se all’”Ecumenico” basteranno…

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Che storia ridicola questa dell’amministrazione provinciale…

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