19042024Headline:

Palazzo Gentili? No, Ambra Jovinelli

Vincenzo Bruni

Vincenzo Bruni

Lo scrittore siciliano Leonardo Sciascia divideva la razza umana in cinque categorie: omini, mezz’omini, ominicchi, ruffiani e quacquaracquà. Ebbene, in questo spettacolo tragicomico che la Provincia sta offrendo da ormai un anno a questa parte (prima con la telenovela dell’elezione del presidente del consiglio, ora col serial sulla giunta) l’ultima categoria sciasciana è senza dubbio quella più nutrita.

Ma il bello (o il brutto, fate voi) è che, nonostante ormai sia stata esposta abbondantemente al pubblico ludibrio, quest’ultima categoria marcia spedita e piuttosto compatta verso il ridicolo ogni giorno di più. L’ultima è di ieri mattina, quando una decina di consiglieri sono tornati dal presidente Meroi per proporre una giunta (politica) a sei. Forse senza rendersi conto (ma a questo punto è lecito chiedersi: hanno la capacità di intendere e di volere?) che Marcellino nel bene o nel male, sciascianamente parlando, va comunque catalogato nella prima categoria, quella degli “omini”, e che dopo aver fatto ufficialmente il passo della giunta tecnica non può più materialmente tornare indietro. A meno che non voglia perdere proprio tutto, compresi onore e dignità. Ovviamente il documento è stato respinto ai mittenti. Anzi, ieri pomeriggio sono state ufficializzate le nomine dei quattro neo assessori.

Chi invece un po’ di dignità tenta ancora di mantenerla è Vincenzo Bruni, politico di lungo corso, anche lui a questo punto catalogabile tra gli “omini”. “Purtroppo – dice un po’ sconsolato – ci troviamo in un momento di confusione totale, dove ognuno ha la sua idea e tenta di convincere gli altri che sia quella giusta. Certo, la mossa di Meroi ha un po’ spiazzato i partiti giacché, dopo le dimissioni di Camilli e Fracassini junior, s’era comunque creato uno spazio per arrivare a un nuovo esecutivo politico. Ma ormai il passo è stato fatto e pensare a una marcia indietro a questo punto è improponibile. Si coprirebbe di ridicolo Meroi e non solo lui. E il teatrino sarebbe destinato a continuare con conseguenze peggiori delle attuali”. Bruni ipotizza una soluzione di buon senso: “Si vari la giunta tecnica con un programma ben definito e tra qualche mese, se ci saranno le condizioni, si torni a una giunta politica. Personalmente non vedo alternative”. Già, Bruni si affida al buon senso, che di questi tempi però a palazzo Gentili è merce rarissima. Anzi, introvabile.

Intanto, qualche buontempone (che ha chiesto espressamente di rimanere anonimo) s’è divertito a fare un piccolo test tra i consiglieri di maggioranza per capire quanti – magari folgorati da un improvviso scatto di orgoglio – avessero preso in seria considerazione l’idea di chiudere definitivamente bottega. Risultato: nessuno.

E allora vedrete che Marcello Meroi, continuando a puntare i piedi, la sfangherà. Tra moccoli e improperi (soprattutto degli assessori appiedati), ma la sfangherà. Anche se nei prossimi giorni continueremo a vederne di tutti i colori. Tanto che qualche commentatore politico ha proposto di cambiare nome a palazzo Gentili nel più appropriato Ambra Jovinelli. Come dargli torto?

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2   Commenti

  1. Giorgio Molino ha detto:

    I quaquaraquà sono ben rappresentati nell’amministrazione provinciale, diciamo che sono quasi la maggioranza assoluta.

  2. Giorgio Molino ha detto:

    Comunque tra le categorie enumerate da Sciascia ci sono anche i “piglinculi”.

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