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Provincia, a Battisti l’Oscar della serietà

Bengasi Battisti

Bengasi Battisti

Provincia, il meglio (o il peggio, fate voi) forse deve ancora arrivare. Giacché dopo l’annunciata nomina del governo (provinciale) tecnico, è subito caduta l’ipotesi delle larghe intese. Il Pd infatti, dopo le incaute affermazioni del capogruppo Federico Grattarola, ha avuto uno scatto d’orgoglio e ha presentato ufficialmente la mozione di sfiducia con nove firme: sette dello stesso Pd (manca quella di Bengasi Battisti), più le due di Saladino e Francola. Insomma, se fino a ieri si poteva ipotizzare che da sinistra sarebbe potuta arrivare una mano a Meroi, ieri l’ipotesi è definitivamente caduta.

Ma c’è di più. Perché Bengasi Battisti, che non ha firmato la mozione, ha fatto di più: s’è dimesso da consigliere provinciale. Dimissioni motivate in poche ma significative righe: “Una istituzione è tale – ha scritto il sindaco di Corchiano – se è luogo di rappresentanza dei territori, è autorevole se rappresenta  spazi di partecipazione delle cittadine e dei cittadini, è  viva se tutela i beni comuni, è riconoscibile se interpreta i desideri e contribuisce a scrivere un futuro. E’ soprattutto utile se affronta la cura quotidiana della nostra terra e del nostro patrimonio, è produttiva se si occupa di strade, di ambiente, di gestione dei rifiuti e del governo delle acque. E’ umiliata se si riduce a Palazzo dove si esercita quotidianamente la sterile e dannosa attività delle affermazioni personali e della ricerca del privilegio”.

“Le comunità – prosegue Battisti – ci hanno  eletto per rappresentare i loro bisogni e le loro aspettative, ci chiedono di ascoltare le loro istanze e di recepirle per migliorare i territori che abitano. Assisto da troppo tempo a continui litigi e conflitti che hanno il solo scopo di occupare spazi di governo con finalità di affermazione del singolo e di inaccettabile indifferenza per le comunità. In questo momento difficile per tante persone trovo intollerabile la zuffa quotidiana sul numero di assessorati. Voglio associarmi al grido di indignazione di tante persone rassegnando le mie dimissioni da consigliere provinciale. Il mio gesto non è una fuga,  ma,  al momento, l’unico modo per rispettare i miei elettori”.

Il problema però è tutt’altro che risolto, giacché ora si pone un bel busillis. Al di là dei proclami che continuano ad arrivare da Ncd, fratelli d’Italia e Udc, i 14 consiglieri di maggioranza avranno il coraggio di votarla e di decretare così la fine della consiliatura? La risposta (ci si consenta di essere facili profeti) è no, anche perché ieri mattina c’è stata qualche prova tecnica (sei, sembra, le firme raccolte) subito abortita. Sicché nel Nuovo centrodestra, dove le menti fertili abbondano, è spuntata l’ipotesi di ricicciare la giunta a sette, come se l’annuncio di Meroi di martedì mattina fosse stata l’ultima puntata di “Scherzi a parte”.

La cosa buffa, tra l’altro, è che nel marasma generale s’è creata una certa diversità di vedute tra consiglieri (che rimangono ben saldi sulla loro poltrona) ed ex assessori (costretti a fare le valigie loro malgrado). Ovviamente i primi – anche se lo ammettono a mezza bocca – sono disponibili (tranne quale illustre eccezione) ad ingoiare il rospo, mentre i secondi hanno il dente avvelenato e c’è da giurare che continueranno a fare fuoco e fiamme.

Detto ciò, si può vaticinare che Meroi forse riuscirà a sfangarla e che, magari con tanta fatica, potrebbe anche andare avanti correndo però sulle montagne russe. A meno che lo stesso Marcellino non  si rompa definitivamente i cabbasisi. E allora…

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Quando pensiamo che i nostri soldi, tramite tasse e balzelli vari, vanno anche alle a dir poco pleonastiche amministrazioni provinciali (di qualunque colore politico esse siano, beninteso), siamo ancora più indignati del buon Battisti.

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