20042024Headline:

“Senza impresa non c’è Italia”

Luigia Melaragni e Angelo Pieri (Cna)

Luigia Melaragni e Angelo Pieri (Cna)

“La situazione non va”, cantano i Karma in distorsione. E l’Eurispes gli da ragione. Un terzo degli italiani soffre gravi difficoltà economiche. Quasi il novanta percento ritiene che gli ultimi 365 giorni siano stati letali. È tempo quindi di dare un segnale forte. Di unire le forze. Di protestare. E così faranno artigiani e commercianti martedì prossimo (il 18 febbraio). Al grido di “Senza impresa non c’è Italia. Riprendiamoci il futuro” le categorie si sposteranno a Roma. L’appuntamento è per le dodici, a piazza del Popolo. La giornata è promossa da Rete Imprese, soggetto unitario di rappresentanza delle maggiori associazioni dell’artigianato, dei servizi e del turismo.

La Tuscia chiaramente non mancherà. Anzi, parteciperà in blocco attraverso Cna e Confartigianato. L’intento? “Esprimere il profondo disagio – spiega Luigia Melaragni, segretaria di Cna Viterbo e Civitavecchia – per le condizioni di pesante incertezza in cui sono costrette ad operare,  ma nello stesso tempo avanzare concrete proposte di rapida attuazione che possano evitare il declino economico e ripristinare un clima più positivo e di maggior fiducia nel futuro”. Fitto è l’elenco delle criticità del comparto. Crisi, disoccupazione alle stelle, pressione fiscale locale e nazionale senza precedenti. “Le imprese italiane – rileva Andrea De Simone, direttore di Confartigianato – già stremate da difficoltà gravi, non possono più affrontare lo stato delle cose. Le famiglie non riescono a rialzarsi dalla discesa verso un impoverimento sempre più acuto e il tempo è esaurito. L’attesa è stata lunga e ad accompagnarla non sono mancati i moniti di quanti gridavano l’allarme sulla situazione delle imprese”.

Andrea De Simone (Confartigianato)

Andrea De Simone (Confartigianato)

Da qui la necessità di chiedere una svolta urgente di politica economica. Poichè non c’è più tempo da aspettare. Le famiglie non riescono più a rialzarsi e le imprese chiudono, soffocate dalla rigidità fiscale.

“Un altro 2013 non lo reggiamo – dicono gli imprenditori – La scelta di dare vita ad una grande mobilitazione nazionale è dettata da una situazione di disagio ormai insopportabile, definita da qualcuno umiliante per chi lavora sodo, spesso anche dalla disperazione. La politica ha i suoi tempi, tutto però ha un limite. E quel limite è stato oltrepassato. Siamo la parte trainante dell’economia e porteremo in piazza la forza, il coraggio e anche la disperazione”. Nonché dei pullman. Messi a disposizione gratuitamente per quanti volessero aggregarsi alla combriccola in direzione Capitale. Basta contattare le due associazioni di categoria e prenotarsi.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Oltre le continue guerre (dei bottoni), ci tocca sopportare pure le continue marce su Roma. Ma qualche bel fascistone che s’inc. per questi scioccherelli paragoni non esiste, sono diventati tutti elettori pentastellati?

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