29032024Headline:

Rifiuti romani: s’è svegliato il Pd

Riccardo Valentini e Michele Civita

Riccardo Valentini e Michele Civita

S’è svejato. Non il marchese del Grillo, ma il Partito democratico. Che ieri, a distanza di sei mesi da quando è iniziato il pasticciaccio brutto dei rifiuti da Roma, ha affrontato la questione coi suoi esponenti locali e regionali. In una sala Benedetti della Provincia strapiena e interessata, ecco i consiglieri regionali Enrico Panunzi (Pd) e Riccardo Valentini (Per il Lazio), il segretario provinciale Andrea Egidi a coordinare, e l’assessore regionale Michele Civita chiamato a dare risposte. Questo è successo ieri, dopo che da ottobre la mondezza romana affluiva nella discarica di Monterazzano (avanti, c’è posto) e col Comune che se n’è accorto soltanto a gennaio, e per giunta imbeccato dall’opposizione. Adesso è il momento di fare chiarezza.
E Civita ci prova, anche se parte male, respingendo la richiesta della vicesindaco Ciambella, che poco prima gli aveva chiesto di far terminare il conferimento dei rifiuti di Cupinoro entro la fine del mese: “Finché la discarica braccianese è chiusa, l’emergenza continua – ha detto l’assessore – Ma confidiamo nel buon esito del ricorso contro la chiusura di Cupinoro che abbiamo inoltrato alla presidenza del Consiglio del ministri”. Quando, e se, vinceremo, Cupinoro (chiusa con provvedimento del ministero) riaprirà e Monterazzano sarà alleggerita. Poi Civita illustra i provvedimenti per il futuro: “Stiamo predisponendo un nuovo piano regionale dei rifiuti, con una riorganizzazione sul territorio. Ogni provincia avrà il suo Ato (ambito territoriale ottimale), Rieti compresa, così le province saranno responsabilizzate. E con la stessa Sabina conto di intraprendere un percorso che porti infine all’autosufficienza”.

I tempi, comunque, sembrano lunghi per provvedimenti del genere, sia per ragioni giuridiche (nel caso del ricorso per Cupinoro), sia per questioni burocratiche e magari anche politiche. Civita poi ha illustrato le altre mosse propedeutiche: l’incremento della raccolta porta a porta (stanziati 150 milioni di euro), la prevenzione sulla produzione dei rifiuti, il concetto di solidarietà (“Viterbo in fondo riceve solo un terzo dei rifiuti ex Cupinoro rispetto a Frosinone e Latina e a sua volta, nel 1999, fu costretta a chiedere aiuto a Civitavecchia”). Infine, il no a nuovi termovalorizzatori, che in fondo è l’unica buona notizia arrivata ieri dalla Regione. Per il resto, promesse e progetti, mentre i rifiuti alieni continueranno ad arrivare.
Prima c’era stata una sfilza di interventi, pure troppi, tra istituzionali e di cittadini più o meno incacchiati. Per chi non l’avesse capito, sui rifiuti il Pd è spaccato in tre tronconi, e relative posizioni. Ci sono i fatalisti, ex Ds, che fanno riferimento al consigliere regionale Panunzi e al segretario provinciale Egidi. La loro linea, ribadita anche ieri e infiocchettata da una mole di dati che intrupperebbe pure i server della Nasa, è la seguente: la mondezza di Roma e anche quella di Rieti ce la dobbiamo prendere per colpa del piano regionale della Polverini (gennaio 2012) e per i famosi principi di prossimità e solidarietà. Non ci possiamo fare niente.

In sala anche il sindaco Michelini

In sala anche il sindaco Michelini

Poi c’è la posizione espressa in simbiosi dal sindaco Michelini e dalla vice Ciambella (in sala c’era praticamente tutta la giunta e buona parte della maggioranza, vedi alla voce “esame di coscienza”): sulla vicenda vogliamo risposte chiare, dopodiché siamo anche pronti a superare questa fase e a guardare avanti. Non siamo contrari per principio, ma pretendiamo che questo territorio venga trattato come merita. E la solidarietà conta fino ad un certo punto: chi non fa la differenziata non può approfittare delle discariche altrui con questa disinvoltura. In questo l’intervento della Regione non solo è necessario ma può essere risolutivo.
La terza via, quella più radicale, è rappresentata dal renziano Francesco Serra, che in un appassionato intervento (condito da un paio di attriti con Panunzi), ribadisce: “L’omogeneità politica delle amministrazioni regionale e comunale non conta in questi casi. Su temi così io non faccio l’oste della ditta Pd, non ci sono ragioni di stato né di partito. L’obbedienza non è necessariamente una virtù, citando don Milani. La verità è che la situazione non è più sostenibile, che serve un cambiamento e una svolta”. Come dire: basta rifiuti da Roma, senza se e senza ma e soprattutto senza autorizzazioni e con spiegazioni tardive, magari anche fragili.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Guardate bene e memorizzate i teorici della Tuscia monnezzara seduti a quel tavolo e ricordatevene la prossima volta che, con le loro belle facce (omettiamo di specificare di cosa, tanto si è capito), vi verranno a chiedere il voto.

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