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Sos Coldiretti: “Se gela, addio ortaggi”

Mauro Pacifici e Andrea Renna

Mauro Pacifici e Andrea Renna

Entrare in bottega e trovare le fragole parcheggiate vicino ai broccoli è consuetudine. Non fa più caso. Poiché le serra stanno ormai dappertutto. Il cibo viaggia più in aereo che su ruote. E via discorrendo. Ma percorrere le nostre campagne e rendersi conto che di fianco al contadino che si dedica alla potatura degli ulivi ci sta la mimosa fiorita da più di un mese, e che sotto le piante (verdi e non marroni) spuntano senza problemi gemme e gemette varie, questo si che è anomalo. Piacevole, ok. Ma pericoloso. Perché tecnicamente l’inverno si chiuderebbe a fine marzo, ed invece il panorama è già in fase primaverile. Colpa di una stagione anomala (quella in corso, equamente suddivisa in monsoni dapprima e metà giugno poi). Molto più adatta alle granite che alla polenta. Qualcosa non torna. Ed il rischio è quello di pagarne salate conseguente.

L’allarme parte da Coldiretti. Il maltempo odierno (brusco abbassamento della temperatura e abbondanti piogge che si abbattono sulle campagne) rende le coltivazioni molto vulnerabili. In alcuni casi sono stati raccolti prodotti anche con un mese di anticipo, ed è già partito il processo di fioritura di tante varietà di piante. Alcuni peschi sono troppo avanti rispetto al normale, nei prati sono spuntate le margherite e la festa della donna momenti e’ toccato di spostarla all’8 gennaio. “E’ questo il risultato di un febbraio con minime superiori di oltre quattro gradi alla media di riferimento, con condizioni che hanno ingannato tutti e che – sottolinea il presidente della Coldiretti di Viterbo Mauro Pacifici – si è risvegliata con grande anticipo. Ora c’è la possibilità concreta che la discesa della colonnina di mercurio possa provocare danni irreparabili”.

E ancora. “Il clima impazzito ha provocato problemi – spiega stavolta il direttore della città dei Papi, Andrea Renna – anche per gli ortaggi che, soprattutto in alcune zone della Tuscia, per il caldo sono maturati in modo repentino e simultaneo, rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta. In alcuni casi le coltivazioni sono andate a fiore impedendo di fatto di ottenere una  produzione vendibile sul mercato”.

Chiusura in tandem. “L’andamento anomalo di questo inverno conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano proprio – concludono i due – con la più elevata frequenza di eventi estremi come sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense, e un maggiore rischio per le gelate tardive”.

In sostanza, se gela siamo fritti. Noi, non le verdure.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    La coltura più a rischio è quella della kaffeina.

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