20042024Headline:

Un viterbese per Caninese – Montefiascone

Matteo Centi

Matteo Centi

Dal disco al bilanciere, e poi adesso il fischietto. Un attrezzo leggero solo nel peso, ma gravoso quando lo si usa o non lo si usa. Già, fare l’arbitro è decidere, e decidere di non decidere, insomma prendere delle decisioni. Chiedere per esempio al famoso Bergonzi, roba da serie A, che sabato scorso all’Olimpico di Roma ha deciso di non decidere, sorvolando su un paio di simpatici cazzotti scagliati da De Rossi prima e Juan Jesus poi. Una vitaccia – e scendiamo più in basso di categoria – che per Matteo Centi però potrebbe essere il futuro.
Anche lui fa l’arbitro, questo ragazzone nato a Castel Cellesi, dove il Lazio abbraccia l’Umbria e sfiora persino la Toscana, dove Viterbo è lontana e Orvieto invece no, dove sbarcano i turisti del nord Europa a caccia di verde e castelli, olio, vino e quiete non necessariamente in quest’ordine. Oggi il viterbese Matteo arbitra un derby viterbese, quello tra Caninese e Montefiascone in Eccellenza, e la cosa è già bizzarra. Perché di solito la designazione prevede un direttore di gara proveniente da altre province, per non destare sospetti in un Paese che parcheggia nel calcio tutti i peccati del mondo, veri o presunti. Stavolta, invece, forse perché è una partita infrasettimanale, forse perché al Comitato regionale arbitri si fidano di lui, hanno mandato Matteo. E buon lavoro: la Caninese dopo aver lasciato l’ultimo posto cerca ulteriori appigli per la salvezza, il Montefiascone non vuole essere ingoiato tra le fiamme dell’inferno. Una partitaccia, insomma, con l’aggiunta delle rivalità di campanile e di un campo che a ieri pomeriggio era ancora una laguna, ma senza fenicotteri.
Centi ha ventisei anni, le spalle larghe e lo sport dentro. Faceva atletica, lancio del disco come il fratello Diego, che è stato pure campione italiano juniores. Poi è passato al sollevamento pesi, e qui è diventato campione lui, nel 2006. Avvertenza per i giocatori ribelli: meglio non litigare con un arbitro così. Oltre ai muscoli, comunque, dicono che Matteo abbia talento, affinato nelle categorie minori e nei campionati provinciali, dove ha esordito nel 2007 e l’esordio assoluto è stato un Caninese – Montefiascone, come oggi, solo che nei Giovanissimi provinciali… Oggi è nella squadra regionale del presidente Ceccarelli, il meglio del Lazio. Qui Centi ha fatto strada anche grazie al progetto “Talent e mentor”, che a parte il nome da reality televisivo è un’iniziativa intelligente per affiancare un giovane arbitro ad un ex fischietto che lo segue, lo consiglia, lo corregge se necessario. Matteo cresce così, approdando in Eccellenza due anni fa (maggio 2012 la prima direzione in Monterosi – La Sabina), fino a diventare uno degli emergenti, destinato pare al salto a fine stagione alla Cai, la commissione interregionale, e di qui chissà dove.
Lui non si scompone. Si allena con rigore, perché si è sempre allenato anche quando non giudicava, ma gareggiava. In campo gli piace incidere sulla partita, parlare con giocatori e allenatori, ma senza esagerare. E’ preciso, ha modi posati, la faccia del bravo ragazzo e un posto fisso alla Ausl, dove lavora al Cup. Ma oggi ha un derby d’arbitrare, un viterbese per due squadre viterbesi. C’è da andarci orgogliosi.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    E se facessimo arbitrare il derby a un triestino d.o.c. come Philip Red?

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