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“Via San Lorenzo? Capitolo chiuso”

Gaetano Labellarte

Gaetano Labellarte

Il suo intervento in occasione del confronto tra commercianti e amministrazione, nella bolgia dell’ex tribunale di piazza Fontana Grande, fu il più lucido e sensato. Un pezzo di saggezza, in mezzo a becere offese, minacce verbali – e anche fisiche – coretti da curva sudde e altre amenità. Anche per questo, forse, oggi Gaetano Labellarte è diventato il presidente del nuovo comitato “Facciamo centro”, che rappresenta i negozianti dentro le mura e che è impegnato nel trattare (speriamo non nel contrattare) una strategia condivisa di rilancio del centro storico con il Comune e i suoi esponenti. E Labellarte sembra disporre del fisico del ruolo per mediare, soprattutto perché non dice le solite cose che direbbe un vecchio (antico) commerciante viterbese. Dice cose tipo questa: “Servono le direttrici per portare la gente in centro, rapidamente e facilmente. Poi, che ci sia una porzione, un quartiere storico, chiuso al traffico credo che sia inevitabile. E questo lo hanno capito anche gli stessi commercianti”. Se è vero, è una svolta epocale tipo invenzione della ruota.
Labellarte, Facciamo centro?
“L’associazione è costituita. L’organigramma pure. Abbiamo già fatto degli incontri, altri sono previsti anche la prossima settimana con i rappresentanti del Comune”.
Con l’assessore Ricci, che ormai ha tutte le deleghe sul centro storico.
“Gli riconosciamo la massima disponibilità e apertura nei nostri confronti e nei confronti dei problemi del centro. Ha la nostra fiducia come interlocutore”.
Perché ha riaperto via Cavour senza batter ciglio?
“La chiusura di via Cavour era un esperimento. Lo ha ammesso anche il Comune. E’ importante che ci si sia accorti che non funzionava e si è avuto il coraggio di tornare indietro”.
E adesso?
“Adesso aspettiamo con fiducia la riapertura del doppio senso da valle Faul al parcheggio del Sacrario, che dovrebbe essere imminente. Poi c’è la questione di via Marconi, che speriamo torni anch’essa percorribile in entrambe le direzioni”.
Perché?
“Perché consente di arrivare meglio al parcheggio del Sacrario, ed è fondamentale per non creare il traffico. In più, può dare tanti vantaggi a chi, uscendo dal centro, ha la necessità di raggiungere la zona sud, i Cimini. Oggi quelle persone sono costrette a salire da via Santa Maria Liberatrice, San Faustino, passando per vicoli e piazze. Così invece si sale su via Marconi, via Fratelli Rosselli, e poi la Cassia o la Cimina. Le direttrici sono importantissime: arrivare e partire dalla città nel modo più semplice e meno tortuoso possibile”.
Come la segnaletica.
“Un’altra richiesta che abbiamo fatto al Comune: ci hanno assicurato che avrebbero provveduto, speriamo in fretta, speriamo bene. In settimana sono stato a Macerata. Lì i parcheggi sono tutti ben segnalati e facilmente raggiungibili”.
La parte monumentale, via San Lorenzo eccetera, resterà chiusa al traffico. Palazzo dei Priori non ha intenzione di tornare indietro.
“Io ho il negozio al Corso, ma ho parlato coi commercianti di quella zona. E mi sembra di aver capito che ormai si siano rassegnati alla chiusura nei fine settimana. Ogni città ha una zona così, è la realtà. Semmai si può lavorare molto sui permessi per i residenti, per le operazioni di carico e scarico, cose così”.
Magari anche sulle famose tabelle merceologiche, la roba da vendere. Così si eviterebbero certi negozi che sembrano suk e altri che sembrano mercatini…
“Credo che il contributo dei commercianti possa essere fondamentale anche in questo senso. Ci sono tanti negozi chiusi, e allora ecco che il Comune può davvero cominciare a indirizzare le tipologie di merci da vendere attraverso il rilascio delle licenze. Come succede in molti posti, in Italia e all’estero. Insomma, a che serve aprire altri mille negozi di abbigliamento? Meglio puntare su altre categorie. Anche se poi è chiaro che le leggi le fa il mercato, come sempre”.
Negozi turistici?
“Quello è un altro discorso. Non siamo né Venezia, né Siena. Né possiamo pensare di diventarci in qualche mese: servono investimenti formidabili, e poi neanche è detto che i viterbesi vogliano un’escalation del genere. Il nostro è un turismo sporadico, di persone che hanno scoperto Viterbo perché la sono andata a cercare. E anche su questo tipo di fascino decadente che si può credere. Anzi, può diventare il nostro punto di forza”.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    In mezzo a tutta questa saggezza e autorevolezza c’è una nota francamente stonata: il voto che gli elitari commercianti del centro storico (Labellarte in testa) hanno concesso alla lista cinica (non è un refuso) di Philip Red from Trieste, ovvero il peggior raggruppamento politico in campo alle ultime elezioni comunali. Philip Red from Trieste, com’è suo costume inveterato, ha subito tradito le promesse fatte ai suoi grandi elettori commercianti per occupare un paio di remunerati laticlavi. L’avete voluta la bicicletta vivaviterbicola? E allora non rompeteci gli zebedei, please!

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