28032024Headline:

“Con le primarie tutta un’altra musica”

Martina Minchella

Martina Minchella

Caro, carissimo Partito Democratico. Non si smentisce mai, questo coso qui, quando si tratta di sfornare polemiche e accuse e divergenze di vedute. E con le elezioni amministrative alle porte (il 25 maggio si vota in 27 comuni della Tuscia), ecco che ci risiamo. Stavolta è Martina Minchella, una delle giovani della truppa, consigliera comunale di stretta osservanza renziana, ad attaccare la segreteria provinciale. Tema: la decisione di via Polidori di non aver utilizzato le primarie per scegliere i candidati sindaco.

“La ventata di freschezza e cambiamento che ha investito il Pd dopo l’8 dicembre sembra ancora non aver raggiunto Viterbo – ha sbottato Minchella –  A confermarci quanto sopra descritto i risultati non raggiunti in alcuni comuni della Tuscia che vanno al voto il prossimo maggio come Ischia di Castro dove esponenti del Pd locale descrivono su testate on line una situazione tutto fuorché serena, Tuscania dove il centro sinistra non ha ancora un candidato sindaco, Bagnoregio dove il Pd sostiene un sindaco uscente (Francesco Bigotti, ndr) presidente del consiglio provinciale in una amministrazione di  centro destra, Bolsena dove la vicenda amministrative gestita tutta in modo autoreferenziale ha portato alle dimissioni di quattro giovani ragazzi dal direttivo del Pd locale”. Colpa, secondo Martina la cimina, del metodo: “In più direzioni provinciali si è chiesto a gran voce per la scelta dei candidati a sindaco l’utilizzo delle primarie, che non sarebbero state la panacea a tutti i mali, ma che avrebbero sicuramente risolto gran parte dei problemi a cui oggi il partito si trova a far fronte e avrebbero permesso la discussione, il dibattito, il confronto e la costruzione di un percorso sereno”. In chiusura, l’attacco frontale al segretario Egidi: “Come spesso accade si è preferito giocare a scacchi, piuttosto che avviare un processo di partecipazione. Speriamo che nel futuro il segretario provinciale provi ad ascoltare un po’ di più chi cerca di costruire un partito dinamico, aperto, plurale e vicino ai bisogni della gente”. E quando Minchella allude ad un “futuro segretario provinciale” chissà che allo stesso Egidi non siano tremati i polsi: d’altronde, dall’esito delle prossime consultazioni si potrà capire se l’incarico è saldo nelle sue mani oppure se è a rischio.

Emanuele Trevi

Emanuele Trevi

Il segretario, comunque, non si abbassa a replicare, e anzi appalta la risposta ad Emanuele Trevi, vetrallese e “responsabile amministrative” della federazione, come si legge in calce alla sua dichiarazione. Una dichiarazione che dice e non dice: “Abbiamo più volte convocato e incontrato i circoli per trasferire loro la nostra massima disponibilità a sostenerli nel complesso percorso di avvicinamento alle amministrative, in tutte queste occasioni abbiamo ribadito di considerare le primarie come strumento da favorire ovunque possibile”, spiega Trevi. Come dire: noi un consiglio l’abbiamo dato, poi se i circoli hanno fatto di testa loro noi non c’entriamo niente…

Trevi spiega anche il metodo delle primarie è stato “più volte rimarcato dal segretario provinciale Egidi, la cui relazione è stata approvata in direzione a larghissima maggioranza”.Sì, può darsi, ma c’è chi si ricorda un Egidi apertissimo alle primarie, ma prima di essere rieletto, quando era in piena campagna elettorale e cercava consensi a destra e a manca. Invece basta andarsi a rivedere cosa successe dopo, per ricordarsi tutta un’altra storia.

Ecco, per esempio il 24 gennaio, un venerdì. Quando i renziani presentarono in direzione provinciale (era la prima riunione dopo il congresso) un documento con alcune proposte da votare, tra cui quella di istituire le primarie per i Comuni al voto in primavera. Egidi allora aveva spiegato di voler lasciare libera scelta ad ogni singola realtà. E Francesco Serra si era decisamente inalberato: Le primarie non possono diventare uno strumento da utilizzare come ultima soluzione, ma debbono essere il metodo principale da attuare a prescindere da ogni situazione; fermo restando che nei casi in cui un sindaco uscente di centro sinistra si ricandidi con l’appoggio del partito locale, oppure nel caso in cui un circolo si esprima all’unanimità sulla scelta di un candidato, lo strumento primarie non diventa necessario”, aveva scandito Serra. E invece quel giorno, alle otto della sera, con la sala mezza vuota, la discussione morì lì, visto che non c’era neanche il numero legale per votare il documento renziano, da allora disperso.

Morale della favola: il Pd viterbese è rimasto ai vecchi sistemi, le primarie si fanno solo quando l’ordine è perentorio e cade dall’alto, ma non come metodo consolidato. A dire il vero, un Comune della Tuscia le primarie le ha fatte, e sono state pure un successo: Civita Castellana, dove il sindaco uscente è uscito vincitore con una valanga di voti. Si chiama Gianluca Angelelli, ed è un renziano doc.

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