18042024Headline:

Ater, denuncia e controdenuncia

Ugo Gigli

Ugo Gigli

Veleni, denunce e controdenunce. Anche l’Ater, l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale, diventa un piccolo Vietnam e l’impressione è che questa storia andrà avanti ancora per un bel pezzo, complice la leggendaria lentezza della giustizia italiana e un certo sesto senso che suggerisce nuovi colpi di scena in arrivo. Ieri la conferenza stampa del direttore generale dell’ente Ugo Gigli, con l’annuncio choc di presunte firme false su autorizzazioni al lavoro esterno prodotte dall’ingegner (ed ex assessore regionale) Angela Birindelli. Non solo: Gigli ha anche denunciato il consigliere regionale Francesco Storace e, per calunnia, l’ex segretaria regionale del Pdl Maria Gabriela Grassini.

Le danze legali, comunque, erano state aperte dalla stessa Birindelli, che a sua volta si era rivolta all’autorità giudiziaria con una querela del 18 luglio scorso. Senza contare i procedimenti disciplinari interni all’Ater.

Gigli ha sparato ad alzo zero sulla situazione e ha cercato di andare oltre, risalendo all’origine: “Vorrei capire – ha detto – le ragioni di questa persecuzione nei mie confronti, che non ha fondamenti né giuridici, né morali. Non credo che sia per una questione di antipatia nei miei confronti: quando si muove anche un ex ministro come Storace (che ha chiesto in consiglio regionale la rimozione di Gigli per raggiunti limiti d’età, dr), vuol dire che il disegno è più ampio. E dire che con Storace presidente della Regione ho avuto un rapporto normale, lo stesso con l’assessore alla Casa della giunta Polverini, che era il compianto Teodoro Buontempo (ex presidente della Destra, ndr). Non capisco le ragioni di questa giravolta”. In platea, la presenza dell’ex capogruppo del Pdl in consiglio regionale non passa inosservata, benché l’avvocato Enrico Valentini (lo stesso di Gigli, ndr) la definisca “casuale”. Gigli invece va oltre: “Vedo delle analogie tra le due storie. Anche qui si può immaginare l’azione di una macchina del fango, non tanto per le persone, quanto per le tecniche utilizzate, i metodi: distruggere con ogni mezzo il nemico e difendere a spada tratta l’amico”. Già, appena esaurita una presunta macchina del fango se ne sente subito il bisogno di crearne altre.

A domanda, Gigli risponde che l’intento per lui è chiaro: farlo fuori. “Capisco che qualcuno abbia l’ambizione di prendere il mio posto. Ma all’Ater siamo in 43, nessuno che si sia mai lamentato, a parte una collega. E poi, sono direttore generale da 38, 39 anni, e nessuno può dirmi di avermi pagato neanche un caffè. Capisco che questo possa dare fastidio a qualcuno”.

Collegamenti inquietanti, certo, ma che soltanto la Magistratura potrà confermare o smentire. Di certo, si attende con trepidazione la prossima mossa di Angela Birindelli. L’ex assessora regionale, conoscendola, risponderà, magari tirando fuori gli effetti speciali. E l’impressione è che la stagione dei veleni sia appena iniziata.

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