18042024Headline:

Al centrodestra serve una casa comune

ElezioniCon stupore e tristezza leggo sulla stampa i toni trionfalistici di esponenti di spicco del centrodestra viterbese per i risultati ottenuti in quest’ultima tornata elettorale riferiti in particolar modo alle amministrative. Stupore perché mi domando in cosa il partito o i partiti di centrodestra possano avere influito nell’esito, sia esso  positivo che negativo, dei risultati ottenuti dai  candidati sindaco. Come non comprendere che in questa situazione di caos politico le riconferme sono venute solo ed unicamente dal lavoro svolto sul territorio, nel corso degli anni precedenti, dalle amministrazioni  e dagli amministratori e che le sconfitte sono frutto di errori palesati nelle scelte operate sempre e solo a carattere locale.

Le vittorie, poi, in comuni  che precedentemente erano retti da maggioranze diverse, sono figlie di meri assetti e scelte locali operate il più delle volte in dissenso con i “vertici” provinciali.

Emblematico ed esaustivo, a tal riguardo, il fatto che quasi nessuno ha voluto che soggetti estranei al territorio si inserissero nella campagna elettorale per le comunali ritenendo che  ciò potesse risultare, più che un supporto, un elemento di disturbo e disgregazione per il lavoro svolto.

Tristezza  perché,   da una lettura attenta, si capisce come il centrodestra non abbia più una classe dirigente in grado di percepire che la politica è cambiata, che la gente è stanca dei comunicati rassicuranti a prescindere solo per salvare le apparenze, che la gente chiede risposte non più procrastinabili a problemi divenuti ormai vitali.

Come non comprendere che oggi, più che mai, la classe dirigente se tale vuole essere, deve essere scelta con metodi che coinvolgano la base;  le scelte d’imperio dei “notabili romani”,  le nomine per “successione”,  hanno fatto il loro corso e sono ormai solo retaggi di un passato cancellato definitivamente dal vocabolario della politica.

Oggi più che mai, se si vuole tornare ad essere di supporto alla gente, vanno messi da parte i personalismi che servono solo a frazionare un elettorato che, anche per quello che riguarda il centrodestra, in molti casi, ha preferito il populismo o l’astensionismo a decisioni veramente rivolte al bene del paese.

In assenza di ideologie vanno ricercati gli obiettivi comuni da perseguire che, comunque, ci distinguono ancora oggi dalla demagogia della sinistra; su questi va rifondata la casa comune del centrodestra. Una casa comune che possa ricomprendere al suo interno tutte le forze politiche, nessuna esclusa, che si sono riconosciute nel recente passato nella casa comune del centrodestra. Solo dopo andranno trovate le persone giuste in grado di realizzare programmi condivisi.

Se saremo capaci di ciò avremo, anche a breve, la possibilità di tornare a dire la nostra; altrimenti saremo comunque destinati all’oblio, fagocitati  dal populismo e dalla demagogia.

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