29032024Headline:

Tutti i segreti di Pier Paolo regista

Pier Paolo Pasolini a Chia

Pier Paolo Pasolini a Chia

Soriano racconta Pasolini. Eternamente legato a questo spicchio di terra. Il comune cimino lo fa rivivere attraverso dei flash. Anzi, dei veri e propri scatti. Una sorta di evento nell’evento che coprirà le prime due giornate di giugno (domenica e lunedì).

La mostra si chiama “Riprese di riprese”, e il titolo dice già molto di ciò che sarà. Un spaccato di vita del Piero Paolo artista. Documentato grazie alle mani esperte di Roberto Villa e Domenico Notarangelo. Due fotografi che hanno avuto la fortuna di assistere rispettivamente alle pellicole “Il fiore delle mille e una notte” e “Il vangelo secondo Matteo”.
L’idea e del Gruppo archeologico Roccaltia. Insieme alla cooperativa sociale Il camaleonte. Il tutto si snoderà nella splendida cornice del castello Orsini.

Il primo artista, genovese, laureato in Elettronica, è stato fotoreporter per importanti testate internazionali. Playboy, Vogue, Photo magazine e National Geographic. Condottiero dell’avanguardia anni sessanta. Domenico Notarangelo, invece, è stato dirigente politico del Pci, operatore culturale, nonché corrispondente de L’Unità. I suoi albori sul set sono da ragazzo di bottega. Alla ricerca di comparse e di volti giusti. Poi una piccola parte come centurione romano, prima di capire che piuttosto che recitare è meglio scattare.

Per quanto riguarda “Il Vangelo” (del 1964) si spulceranno foto che permettono di spiare il regista al lavoro, di osservare i momenti di pausa, documentando inoltre scene ed ambientazioni. Che ritraggono Susanna Colussi Pasolini, ma anche la scrittrice Elsa Morante e il poeta Alfonso Gatto. O ancora Enrique Irazoqui, giovane universitario antifascista, esortato a vestire i panni di Cristo.

“Il fiore” invece (1974), vince il Grand Prix speciale della giuria al Festival di Cannes. Gli scatti sono prevalentemente a colori. Rispetto allo straordinario bianco e nero del precedente. Eppure, non v’è negazione di quel qualcosa che esula dagli istinti più carnali e più bassi. “La fedeltà è un bene, ma lo è anche la leggerezza,” si ascolta nella pellicola.
Quando Pasolini creò quest’accoppiata di gemme, per quanto contrarie tra loro, fu spinto come inebriato dal profumo di un fiore, da una pulsione filantropica oltre che dall’amore per la cultura e l’apertura mentale e sociale.

Questo, e tanto altro, saranno presenti a castello Orsini per ben quarantotto ore.

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