20042024Headline:

C’è differenza tra renziani e renzisti

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Molti di coloro che solo oggi si dichiarano renziani, dopo i travolgenti successi di Matteo, non hanno capito che essere renziano significa credere ai metodi innovativi introdotti nella conduzione di un partito e della cosa pubblica e portarli avanti usandoli con convinzione. E’ di tutta evidenza, io credo, che la gestione di un partito attraverso il consenso “comprato” con le tessere e la gestione clientelare delle amministrazioni pubbliche con la spartizione dei beni e dei profitti secondo il manuale Cencelli, nella migliore delle ipotesi, sono aspetti più che superati.

E’ necessario gestire per il bene del prossimo, facendo tutto ciò che è possibile fare per il massimo benessere possibile ottenibile con i mezzi moderni oggi a disposizione, dando quando necessario, priorità alle attività più vitali o più necessarie, secondo ovvi criteri economici e sociali, magari utilizzando anche la ricerca operativa se non si chiede troppo ai signori dell’inciucio.
E’ necessario fare in una parola! Cambiare, rinnovarsi! Fare e poi curarsi di seguire ciò che si comincia per poi portarlo a termine secondo prestabiliti programmi.

Un esempio su tutti: quando si assegna un’opera in appalto (con tutte le difficoltà del caso) è sacrosantamente corretto e giusto seguire le fasi di svolgimento e realizzazione dell’opera appaltata curando che controllati e controllori adempiano al proprio dovere. Mi permetto di esprimere più di qualche dubbio in merito a questa banale procedura, mi basta girare gli occhi per la provincia e la regione per accorgermi di tante opere incompiute, perché non seguite, non controllate (tecnicamente ed economicamente) a dovere, quasi sempre perché chi doveva controllare non lo ha fatto per motivazioni varie, su cui il più delle volte è meglio stendere un velo pietoso.

Renzi afferma semplicemente che ciascuno di noi, a cominciare dal suo Pd deve fare e fare il suo dovere, soprattutto quando si sente da lontano puzza di marcio. Renzi ci ha insegnato ad osare, osare a fare e fare il giusto senza attendere il permesso di alcuno.

Nei Comuni, nelle amministrazioni pubbliche occorre quindi osare e fare, senza piagnucolare, seguendo i programmi elettorali, il più delle volte abbandonati in un cassetto, senza che qualcuno vada a rivedere ciò che di giusto e buono era stato scritto. Perseguire un obiettivo con convinzione e determinazione, in altre parole.

Fare ciò significa essere renziano, non farlo significa non aver capito nulla della rivoluzione renziana e se poi qualcuno che non fa è parte del Pd, è ancor più grave perché vuol dire essere arrivati, parafrasando il gergo manutentivo industriale (a me caro) per i componenti di una macchina, al termine della propria vita utile, “il pezzo” va sostituito… facciamo manutenzione al Pd. Rendiamolo più efficiente togliendo qualche pezzo che ne diminuisce il rendimento…

Non farlo in ultima analisi, significa essere un renzista che si è fatto renziano per opportunità e per non perdere privilegi e posizioni è salito sul carro, pronto a riscenderne alla prima (eventuale) difficoltà per Renzi.

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