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Sfilata di star in memoria di Pietro Calabrese

Clarence Seedorf e signora all'arrivo a Soriano

Clarence Seedorf e signora all’arrivo a Soriano

Ogni anno, e già sono tre, c’è qualcosa che spinge i migliori uomini del calcio italiano a venire a Soriano nel Cimino. E’ una forza potentissima, la forza del ricordo di una grande persona, a richiamare tante altre personaggi fin quassù, tra i castagni e la valle del Tevere in lontananza. E’ il premio nazionale “Pietro Calabrese”, intitolato all’indimenticabile direttore de Il Messaggero, Panorama, e della Gazzetta dello Sport, il cronista appassionato, l’uomo vero, per molti l’amico (ma il quotidiano romano non ha ritenuto opportuno inviare neppure lo straccio di un cronista. Peccato). Qui a Soriano, un posto che amava, Comune e Pro Loco e il collega Antonio Agnocchetti, con una nutrita pattuglia di sponsor, hanno deciso di ricordarlo così.

Massimo Gramellini e Sinisa Mihajlovic

Massimo Gramellini e Sinisa Mihajlovic

Ieri la terza edizione, in un hotel La Bastia affollato all’inverosimile. Tutti ad aspettare gli ospiti, e che ospiti. Macchina fotografica al collo (o cellulare), blocco per gli autografi, maglie e tute della squadra del cuore. E’ un vip watching tranquillo, educato, molto de provincia se vogliamo: niente a che vedere con le orde di fans fameliche – al limite dello stalkeraggio – che i personaggi trovano nelle rispettive metropoli di appartenenza, nessun paparazzo qui. Si entra comodi, qualche stretta di mano, una posa, un saluto.

Gramellini e il presidente del Coni Giovanni Malagò

Gramellini e il presidente del Coni Giovanni Malagò

E così quando arriva Walter Sabatini, il direttore sportivo della Roma che pure ha trovato un pomeriggio per salire a Soriano, nonostante il calciomercato impazzi, quasi nessuno se ne accorge. Lui saluta, rimanda le interviste televisive a dopo (“Benatia resta alla Roma”, ha detto), accende la prima di una lunga serie di sigarette e chiacchiera amabilmente sulla porta con Umberto Zapelloni, vicedirettore della Gazzetta. Clarence Seedorf, invece, non passa mica inosservato: ci sono pupi con la maglia rossonera in attesa, appostati come vietcong. Le foto fioccano, l’uomo delle quattro Champions league con tre squadre diverse, si concede con stile. Vestito nero, cravatta argento, mani in tasca, e poi sul palco parole sagge: “I ragazzi sono il nostro futuro. Li dobbiamo educare non solo allo sport, che è il minimo, ma alla vita”. Applausi e urlettini anche dai ragazzi di Sorianese, Ortana e Vitorchiano, reduci dal trofeo Maurizio Melli, il torneo giovanile in memoria del giocatore della Lazio primavera (e figlio del giornalista Franco), scomparso anni fa.

Alessandra Viero e Giuseppe Di Piazza premiamo Seedorf

Alessandra Viero e Giuseppe Di Piazza premiamo Seedorf

I premi per tutti sono a chilometri zero: la castagna locale, e però in versione d’oro. E a ricevere, oltre a Sabatini e Seedorf, ci sono tanti altri. C’è Sinisa Mihajlovc, allenatore della Sampdoria: “Questo tirava le punizioni quasi come Pirlo”, dice lo juventino Giuseppe Di Piazza (Corriere della Sera) che presenta insieme ad Alessandra Viero di Mediaset. Brusio in sala, e Di Piazza si corregge: “Volevo dire meglio di Pirlo”. Così va meglio. C’è Luigi Corioni, presidente del Brescia da una vita – e prima di Ospitaletto e Bologna – e uno degli ultimi Padroni del Vapore che vent’anni fa animavamo le indimenticabili liti al Processo di Biscardi. C’è Vincenzino D’Amico, bandiera della Lazio del primo scudetto, che si domanda marpione: “Che ci faccio io qui? In mezzo a tanti campioni?”. Gli risponde il romanista-tabagista Sabatini: “Sei qui perché quando giocavi, con le tue finte e i dribbling, regalavi emozioni. Come dovrebbe fare il calcio”.

C’è tanto generone, più o meno romano, a partire dal presidente del Coni Giovanni Malagò, che di Calabrese era fratello minore. C’è il vicedirettore della Stampa Massimo Gramellini, in versione senza Fazio. C’è Raisport, col direttore Mazza, e Sky, con Giovanni Bruno: anticipo del derby televisivo che andrà in onda per tutto il Mondiale brasiliano. C’è Giancarlo Mazzuca, de Il Giorno, e Roberto Perrone, giornalista sportivo e gourmand de Il Corriere: “Il calcio? E’ una minestra d’ortiche: buonissima, ma solo se cucinata bene”. Non c’è invece Tommaso Ghirardi, il presidente del Parma fresco di dimissioni per la mancata licenza Uefa: l’applauso che gli dedica il pubblico è pulito e sincero, al contrario di tante altre cose che non funzionano nel pallone tricolore.

Costanza Calabrese, figlia di Pietro, si commuove e ringrazia tutti. L’incontenibile sindaco Fabio Menicacci, oltre a rivelare doti da anchor man che potrebbero tornargli utili un domani se decidesse di smettere con la politica (bravissima anche la sua assessora allo sport, Cristina Zolla), le promette la cittadinanza onoraria. Seedorf se ne va, tra due ali di folla adoranti. Si premiamo i ragazzi del torneo Melli, si fanno pronostici per i Mondiali, inizia il dibattito sulle “problematiche del calcio” col presidente della Lega B Abodi, candidato futuro alla Lega di serie A.

Mentre la gente va a caccia degli ultimi scatti ricordo, l’appuntamento è all’anno prossimo. Quando altri grandi personaggi verranno a Soriano per ricordare e omaggiare una grande persona che non c’è più, Pietro Calabrese.

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