25042024Headline:

“Non viviamo di solo calcio”

Camila

Camila

Saranno lì anche stasera. Senza dubbio meno festosi. A ciucciarsi quel contentino chiamato Olanda. Con lo stesso entusiasmo che travolse l’Italia intera (nel ’90) dopo aver perso contro l’Argentina.

Sono i brasiliani di casa nostra. I verde-oro trapiantati a Viterbo. Quelli che il Mondiale l’hanno trascorso al bar Le iene. Per via dell’amicizia con i proprietari. E per il fatto che certe cose occorre condividerle con chi porta il tuo stesso sangue nelle vene. Un sangue ricco di calcio. E non il minerale.

Nella città dei Papi ce ne stanno parecchi. Diversi si conoscono (senza dubbio non risultano freddi e scostanti come i norvegesi). Altri lavorano o semplicemente vivono un po’ nell’ombra. Ognuno con le sue storie. La sua vita. Basta però gettare l’amo sul loro gruppo (così vuole la tecnologia) Facebook, che ecco tre temerari disposti a trattare lo scomodo argomento pallone. Nonostante la lezione tremenda beccata dal gruppo Merkel. “Che dire – attacca Bruno Santana, in città da otto anni – La Germania e’ risultata sette volte meglio. Non siamo abituati a perdere. Figuriamoci se in questo modo. La nazionale ha vissuto un sogno, di conquistare il mondiale in casa. Un sogno che si è trasformato nella maggior vergogna della storia”.

E l’aspetto sportivo è sistemato. Ciò di cui invece non si è parlato è il pre e il dopo. “Credo che tutto sia stato fatto per incrementare il turismo – ora tocca a Kiko Franklin Canela, nato qua – il Brasile ha molto da offrire da quel punto di vista. Magari però era il caso di aspettare altri quattro anni. Già si era speso troppo per gli impianti delle olimpiadi. Da un lato ok quindi. Dall’altro grave errore quello di aumentare tutti i costi. Non tenendo conto che di gente che non riesce ad arrivare a fine mese ce ne sta tanta”.

Kiko

Kiko

Estremamente interessante infine il parere in rosa. “C’era chi piangeva per la vergogna, chi invece con atti di puro e gratuito vandalismo distruggeva negozi e piazze nel centro – chiude Camila Lima Felix – chi ha approfittato per richiamare l’attenzione ai veri problemi da affrontare nel dopo mondiale. I miei parenti erano contro dall’inizio e hanno scelto di non appoggiare nessun evento che fosse collegato al calcio per protesta. E ce ne sono stati diversi. Legati alla corruzione, alla mancanza di assistenza sanitaria, la scuola pubblica lasciata in ultimo piano, aumenti costanti dei trasporti e molto altro. Insomma, credo che adesso dato che non c’è più la distrazione del calcio, i sentimenti di rivolta ritorneranno in carica. La nostra rivolta non era contro la seleçao in sé, che amiamo, ma bensìy contro tutto quello che è stato lasciato in terzo o quarto piano pur di soddisfare le esigenze della Fifa. È tutta una questione di priorità, e il nostro governo è sceso a troppi compromessi”.

Sou brasileiro e nao desisto nunca. Sono brasiliano e non mollo mai. Manco a Viterbo.

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