Mauro Barlozzini
Camera di commercio, primo passo verso il dialogo. A muovere la pedina è Mauro Barlozzini, candidato per l’asse Federlazio, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti (11 seggi), che si oppone all’alleanza tra Unindustria, Cna, Coldiretti, Cia, Lega coop e sindacati (14 seggi) con candidato a presidente Domenico Merlani.
Una mossa a sorpresa (ma non troppo) vista la situazione di stallo che si è creata, giacché gli attuali posizionamenti non consentirebbero l’elezione di un presidente e le tre categorie (con altrettanti seggi) che non si sono ancora schierate per uno dei due contendenti (vale a dire aziende di credito, associazioni dei consumatori e ordini professionali) sembra non abbiano intenzione di farlo in quanto puntano ad un candidato unitario, che però al momento non c’è.
E tutto ciò nonostante il recente appello dello schieramento Merlani, che nei giorni scorsi aveva auspicato ”il contributo anche delle altre associazioni ad oggi non firmatarie del patto per la Tuscia. L’accordo sottoscritto cinque mesi fa – diceva la nota – è inclusivo e rappresentativo del mondo produttivo e del lavoro viterbese e, su tali basi, c’è disponibilità a collaborare con le altre associazioni e a confrontarsi sui programmi”. Tradotto in parole povere: accodatevi al piatto già bello e cucinato, con la possibilità di aggiungere magari un po’ di contorno.
Il nodo vero di tutta la questione però è un altro. Vale a dire che fino a oggi i due schieramenti in lizza non si sono mai parlati e sono andati avanti come treni, ognuno per la propria strada, in un vero e proprio braccio di ferro in cui il dialogo e il confronto sono stati i grandi assenti.
Domenico Merlani
Ora, Mauro Barlozzini prova a rompere il ghiaccio. “A questo punto – dice – è necessario parlarsi. Ma – aggiunge subito – prima che di persone, sarà bene farlo sui programmi. Anche perché la situazione negli ultimi mesi è profondamente cambiata, soprattutto a causa dei provvedimenti presi dal governo Renzi. E ciò che era stato programmato a gennaio, quando s’è costituito il Patto per la Tuscia, oggi non ha più alcun senso”.
Poi però Barlozzini un accenno alle persone lo fa. “Una candidatura, qualsiasi candidatura – dice – deve avere un substrato che la sorregga. Bisogna capire da quale idea nasce e con quali fini. Lo dico solo come esempio: la mia è espressione di commercio e turismo, che in Camera di commercio hanno la maggioranza relativa dei seggi (8 su 28). Quella di Merlani da cosa nasce?”. E ancora: “Bisogna capire quale processo mentale è stato fatto e su quali punti di contatto regge anche con le altre associazioni. Insomma, io credo che un candidato presidente debba essere riconosciuto da tutti e non solo da una parte”.
Conclusione: “Comunque sia. Proprio per tutti questi motivi mi sento di lanciare questo appello al confronto a 360 gradi. Verificheremo nelle prossime ore se ci sarà disponibilità anche dall’altra parte”.
Insomma, la nuova sfida è lanciata e ora bisognerà attendere le mosse della controparte. La quale sa benissimo che, accettando il dialogo, potrebbe essere messa in condizione di rivedere non solo i programmi, ma anche la candidatura alla presidenza. Perché potrebbe tornare ancora una volta in ballo il famoso detto che tra i due litiganti c’è sempre un terzo che gode.
Nel frattempo si attende cortese risposta. E Viterbopost si permette di fare una proposta: dovesse esserci questo benedetto, quanto auspicato confronto, perché non trasmetterlo in streaming, che di questi tempi va tanto di moda?
