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Tuscia film fest: la cultura fatta bene

La conferenza stampa di presentazione

La conferenza stampa di presentazione

Ad un certo punto, l’assessore alla Cultura Tonino Delli Iaconi, con la proverbiale flemma che lo contraddistingue ma che gli consente anche di mimetizzare le emozioni, butta là un pensiero raffinato: “Complimenti a Mauro Morucci e a quello che fa, da undici anni, con il Tuscia film fest. Una manifestazione seria, con un cartellone di alto livello, ospiti illustri, temi interessanti. Si vede che dietro c’è una programmazione attenta, un lavoro certosino, e mai una polemica”.

Parole sagge, che s’attagliano alla perfezione al Tff, come ormai lo chiamano tutti con affetto quasi famigliare. Parole che arricchiscono la presentazione ufficiale di ieri, nella sede della fondazione Carivit, tradizionale ospite di quasi tutte le conferenze della rassegna e perciò anche di questa undicesima, dal 10 al 16 luglio a piazza San Lorenzo. Parole che suggeriscono anche paragoni impossibili con mille altre realtà culturali – o pseudo tali – celebri non tanto per quello che realizzano (poco) ma per quanto strillano, specialmente quando bussano a denari.

Il Tuscia film fest è una cosa diversa. “E’ fare sistema”, come nota Delli Iaconi. “E’ quello che si avvicina di più alla nostra idea di fare cultura”, sostiene l’assessore Provinciale Giuseppe Fraticelli. E spiega perché: “C’è il coinvolgimento di tutto il territorio e non solo del capoluogo, ha tante iniziative per tutto l’anno, chiama in causa pure le scuole, riesce persino ad esportare l’immagine della Tuscia all’estero, in una capitale europea come Berlino per la sezione autunnale. Morucci riesce a miscelare capacità organizzative e imprenditoriali nella giusta misura. E’ un piacere lavorare con gente così”. E Andrea De Simone, di Confartigianato, mette la ciliegina: “Per un’associazione di imprenditori è un dovere anche morale essere al fianco di una realtà del genere”. E basta andarsi a vedere quanti sponsor riempiono il programma per rendersi conto che la cosa funziona perché piace (e viceversa).

Soltanto sviolinate di prammatica? No, perché il Tff è cresciuto tanto, in silenzio, e oggi può offrire un’edizione ricchissima. Di Berlino si è gia accennato: dal 3 al 5 ottobre al cinema Babylon, e ci sarà tanto tempo per parlarne meglio in seguito. Fino al 6 luglio, poi, Tuscia film fest è presente nella pancia di Caffeina, con l’Arena del cinema in via San Pellegrino. Dal 22 al 26 luglio ecco la coda, al campo da rugby, con il Terzo Tempo Village, rassegna letteraria e documentaristica su temi sportivi, con musica e roba da mangiare, in pieno stile rugbystico, e basti citare dal menù un piatto, i “salsicciotti”.

Ieri invece si è presentato il cuore delle iniziative che vanno avanti per tutto l’anno, il festival vero e proprio, sette giorni di grande cinema e ospiti, di approfondimento e di socialità. In una cornice sontuosa, quella di piazza San Lorenzo: “E’ stato sempre il nostro sogno”, ammette Morucci. Già, il luogo conta parecchio, anche se non è che le ultime edizioni si siano svolte in parcheggi di centri commerciali, anzi: dalla Rocca Albornoz al complesso di San Carlo, erano tutte sedi prestigiose. Ma stavolta c’è il meglio: un luogo magico per la magìa del cinema. Per il Dopofestival ecco la vicina piazza della Morte: chiacchiere in libertà dalle 23.30 in poi, si comincia già il 10 con Franco Grattarola e il suo libro “Luce Rossa”, già presentato anche su queste colonne. Data da segnare in rosso sul calendario, il 12 luglio, quando Alessandro Tozzi, Antonello Ricci e Massimiliano Morelli racconteranno lo scudetto della Lazio di Chinaglia, quarant’anni fa.

Il manifesto del Tuscia film fest con l'Otello di Orson Wells

Il manifesto del Tuscia film fest con l’Otello di Orson Wells

Il programma è ricco, gli ospiti pure (QUI IL PROGRAMMA COMPLETO). L’apertura del 10 è affidata a Smetto quando voglio, geniale commedia d’esordio del regista Sydney Sibilia, al quale Morucci – e non solo lui – pronostica una radiosa carriera, tant’è che gli verrà consegnato il premio Pipolo. Già, i premi, un’altra specialità di casa Tff: al Pipolo, dedicato a Giuseppe Moccia, sceneggiatore e regista viterbese (“Attila flagello di dio”, e tanta altra roba), a quello che verrà assegnato per la prima volta quest’anno. E’ il premio “Luigi Manganiello – Tuscia Terra di Cinema”, alla memoria dell’avvocato scomparso di recente. Appassionato cinefilo, assiduo frequentatore del Tff. Morucci si commuove quando presenta il riconoscimento, l’applauso della sala e l’abbraccio di Paolo Manganiello lo aiutano a spiegare: “L’avvocato era sempre presente alle nostre iniziative, e anzi nella rassegna invernale si lamentava scherzosamente quando una proiezione era troppo a ridosso di una riunione, o di un’assemblea della sua Banca di Viterbo…” E’ il modo migliore per ricordarlo, sì, anche perché il premio andrà ad un personaggio del cinema legato al territorio viterbese, e quest’anno non c’è nessun altro che lo meriti come Alice Rohrwacher, regista de Le Meraviglie, premio speciale della giuria a Cannes, ambientato tra l’Alta Tuscia e l’Umbria.

E ancora: La Mossa del pinguino (12 luglio, viene Claudio Amendola), Otello di Orson Welles, girato sempre a Viterbo e sul quale si basa il logo di questa edizione, La Mafia uccide solo d’estate (14 luglio, con Pif), Song’e Papule (15 luglio, con i Manetti bros), il Capitale Umano il 16 luglio.

Biglietto singolo 4 euro, con aperitivo 10, con apericena di prodotti di aziende locali 15 euro. Prevendite al museo Colle del Duomo e a quello del Sodalizio dei Facchini, grazie ad Archeoares. E non resta che aspettare che si spengano le luci e che inizi lo spettacolo.

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